«Adesso sarete gli ultimi a lasciarci, lasciarci tra virgolette, perché i rapporti umani che si sono creati con voi, in questi 27 mesi, saranno sempre vivi nei nostri cuori». Così il vescovo Domenico ha salutato durante la Santa Messa i frati minori in missione nella frazione Sant’Angelo di Amatrice che hanno concluso la loro missione nelle zone terremotate.
I religiosi sono arrivati nei paesi colpiti dal sisma da tutta Italia svolgendo il proprio servizio a turno, senza lasciare mai sole le persone colpite da tanto dolore. Legami spesso proseguiti e rafforzati, tanto che alcuni di loro già partiti, hanno voluto tornare a sono tornati a Sant’Angelo per portare un saluto ai residenti delle Sae.
Tanti i fedeli sono accorsi alla celebrazione, arrivati da tutte le frazioni di Amatrice. La funzione si è svolta tra i canti di uno dei frati in partenza, accompagnati dalla musica della sua chitarra. Dopo la messa un piccolo rinfresco composto da vivande portate e preparate dalle signore del paese. Il vescovo Pompili ha salutato tutti i presenti, e i fedeli hanno lasciato i frati con frasi commosse piene di gratitudine, a dimostrazione dell’apprezzamento per il loro duraturo e disinteressato sostegno spirituale.
«La nostra comunità è stata sconvolta dal terremoto» ha detto il vescovo Domenico. «Chi ha perso dei familiari, chi ha perso degli amici, chi ha perso casa, chi ha perso il lavoro, chi ha perso tutto. Ma non tutti i mali vengono solo per nuocere, perché questa immane tragedia ci ha permesso di conoscere una famiglia, una famiglia davvero speciale, la famiglia dei frati minori cappuccini. Siete stati i primi ad arrivare qui tra noi, in seguito a
quella terribile notte, insieme a militari, volontari, giornalisti e politici, poi piano piano tutti c’hanno abbandonato e le luci della ribalta su di noi si sono spente, solo la luce dei vostri occhi ha continuato ad illuminare il nostro cammino».
Monsignor Pompili ha sottolineato il grande supporto portato alla popolazione dai religiosi: «Avete aiutato la nostra comunità sia spiritualmente che
materialmente, avete celebrato la messa, governato le mucche, munto le pecore, pulito la stalla, zappato l’orto, raccolto le patate, mangiato, bevuto, cantato, ballato, pregato insieme a noi, in un unica parola avete vissuto insieme a noi, avete vissuto le nostre angosce, le nostre paure, i nostri dolori, ma anche le nostre gioie. Siete stati, siete e sarete sempre parte integrante della nostra vita».
Un aiuto che le persone conon dimenticheranno.