Si chiama Matrix Pulcherrima ed è il titolo di una struggente canzone dedicata ad Amatrice da due Amatriciani: Camillo Berardi e Concetta Persico
Un canto scritto in dialetto e pubblicato in questi giorni di festa, nei quali è più forte la nostalgia della bellezza e della vita di Amatrice.
“Amatrice risorgerà dalle sue ceneri come “un’araba fenice”. Sarà bella, vivibile, accogliente e, come è sempre stata: unica. Una città nuova, diversa, desiderata e desiderabile.”
“Comunque della “vecchia” Amatrice, sempre resterà il ricordo e il rimpianto in coloro che l’hanno vissuta e amata; così come, impresso nella memoria, è il volto di tutte le persone care che in quella terribile notte ci hanno abbandonato restando per sempre a vivere nel paese dei nostri sogni perduti”.
È stato un Natale di resistenza, quello che è appena trascorso ad Amatrice.
Passata la prima ondata emotiva di solidarietà, il rischio è sempre quello di adagiarsi in un comodo fatalismo e attivare una sorta di memoria selettiva che rimuove le immagini più scomode.
dicono i due autori.