Lui ha 92 anni e lei 82: sono i primi nella frazione di Scanzano a rientrare dopo il sisma del 24 agosto 2016. La casa crollata alle ore 3.36 venne costruita negli anni Trenta da Girolamo, il padre dell’uomo. «Volevamo tornare». Il sindaco: «Non si sono mai arresi».
Un pomeriggio a Scanzano, frazione di Cittareale, a una ventina di chilometri da Amatrice. Luigi Marconi e la moglie Candida varcano la soglia della loro abitazione un po’ emozionati. Lui ha 92 anni, lei 82. È la prima famiglia del Comune a tornare a casa dopo il terremoto. Non si sono mai arresi. Da quando, la notte del 24 agosto di tre anni fa, alle 3.36, la scossa li svegliò e li buttò in strada. Da allora Luigi non ha mai smesso, neanche per un giorno, di sognare il rientro tra le mura dell’immobile a due piani costruito negli anni Trenta dal padre Girolamo.
I lavori sono stati completati: reti e catene e intonaco nuovo. Certo, all’interno mancano ancora i mobili, spostati in un deposito vicino per agevolare la ristrutturazione, ma la sensazione della coppia è di aver coronato il sogno più importante. «Non ho mai smesso di sperare, dovevo tornare qui, dove avevo sempre vissuto senza mai allontanarmi», dice commosso Luigi. Una vita di sacrifici, la sua, e non è un modo di dire. La figlia Margherita racconta che papà e mamma l’hanno cresciuta con la sorella e un altro fratello facendo ogni sforzo possibile. A cominciare da quelli necessari a mettere insieme pranzo e cena ricavando ciò che serve da poche cose: un piccolo appezzamento di terra, un mulo, un paio di mucche, qualche pecora. Una storia del dopoguerra. «Noi figli abbiamo la terza media, non abbiamo potuto studiare, non c’erano i mezzi, non c’erano le condizioni, ma i nostri genitori non ci hanno fatto mancare mai niente» ripete Margherita. Luigi e Candida non si sono mai concessi un giorno di riposo, così quando il terremoto li ha cacciati dalla loro abitazione è sembrato strano ritrovarsi in una casetta di legno con una sola stanza e un piccolo bagno. Quel poco che avevano era diventato improvvisamente precario. Come se avessero dovuto scontare una colpa senza aver mai commesso peccati.
Luigi non si è perso d’animo. «È venuto da me ogni giorno — racconta Francesco Nelli, sindaco di Cittareale —, non si è mai stancato di dire che sarebbe tornato a casa sua. E così l’altro ieri ho potuto firmare la prima ordinanza di revoca dell’inagibilità in tutto il Comune e autorizzare il rientro. Aveva un danno di tipo B, se è vero che i lavori sono stati rapidi è altrettanto vero che è stata determinante la sua caparbietà». Cittareale è un Comune di 60 chilometri quadrati con 450 abitanti sparsi tra il paese e le 26 frazioni. Ha dato i natali all’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano. Soffre di spopolamento, come tutte le aree interne. A Scanzano, per esempio, dove vivono Luigi e Candida, risultano residenti appena sei persone. «I problemi ci sono e si sono aggravati dopo il terremoto — dice il sindaco — ma l’importante è essere consapevoli che esiste un domani e saperlo raggiungere. Qui ci siamo rimboccati le maniche sin dal minuto dopo il sisma e, dopo tre mesi, avevamo già inaugurato la prima scuola antisismica del cratere. Certo, un centinaio di famiglie attende ancora di rientrare a casa, servirebbe una legge che acceleri le pratiche della ricostruzione».
Nicola Catenaro per Il Corriere della Sera