Ci sono monumenti che resistono al terremoto. Resistono al tempo, al dolore, alla devastazione, e rimangono lì a futura memoria, per accogliere le generazioni del futuro e ricordare quelle del passato. Sono le grandiose opere della natura, la natura che disfa e crea, e in entrambi i casi, lascia senza parole. La quercia della frazione Sant’Angelo di Amatrice, uno degli alberi monumentali d’Italia, si erge maestosa in mezzo a un territorio che dal 2016 vede solo macerie, e a guardarla ci si rende conto di quanto sia straordinaria la potenza del creato.
È proprio per beneficiare di tanta bellezza naturale, resistente al tempo e agli eventi, che un gruppo di abitanti di Accumoli e Amatrice ha deciso di “andare ad abbracciare” la quercia. Una piccola gita realizzata grazie al prezioso aiuto di una guida del Cai e compresa nel recente incontro di comunità organizzato da Caritas nelle zone del sisma per riallacciare le fila del tessuto sociale e ricreativo bruscamente interrotto dallo sciame sismico del 2016. Prima in auto e nell’ultimo tratto a piedi, il gruppo di persone ha raggiunto lo straordinario albero, che si erge di fronte alla Chiesa campestre della Madonna di Galloro.
Straordinaria la sua imponenza: l’esemplare di Quercus Cerris è infatti alto più di 21 metri, con una circonferenza di 6,8 metri e un’età stimata in oltre 600 anni. Una bellezza tale da meritarsi nel 2008 una meritata menzione sul calendario ufficiale del Corpo Forestale dello Stato. Una giornata all’aria aperta certamente diversa dall’ordinario che ha lasciato con un bel ricordo nel cuore tutti i partecipanti: e proprio per assaporare un luogo naturale così suggestivo nulla di meglio che assaporare una bella merenda ne plein air gustando gli straordinari prodotti tipici del territorio.