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Gli gnocchi ricci delle signore di Accumoli: si impasta e si ride per scacciare la malinconia

Si è tornati sull gastronomia locale con tematica di base per l'incontro di comunità tenuto nella Sala Piovan del Centro Caritas di Accumoli

Si è tornati sull gastronomia locale con tematica di base per l’incontro di comunità tenuto nella Sala Piovan del Centro Caritas di Accumoli.

Il momento comunitario è iniziato con una partecipata di catechesi tenuta dal parroco don Stanislao Puzio, per introdurre al tempo di Quaresima, periodo che ci condurrà verso la Pasqua di Resurrezione.

Dopo la riflessione, si è passati alla fase ricreativa del pomeriggio, con una vera e propria lezione di cucina su un piatto tipico della tradizione del territorio. Gli gnocchi ricci, detti anche popolarmente orecchiozze, sono gnocchi di colore giallo e forma ovale, preparati impastando farina, uova ed acqua calda. Una volta pronata la pasta, gli gnocchi vengono schiacciati tra pollice ed indice, per dar loro la caratteristica forma a riccio.

Il piatto in passato costituiva il pasto della domenica dei nobili, poco conosciuto invece al popolo. La ricetta è invece antichissima, addirittura precendente al sugo all’amatriciana, ed è stata tramandata oralmente attraverso i secoli.

All’incontro hanno partecipato molte signore del posto che si sono cimentate nella preparazione del piatto affinando le loro già ottime tecniche culinarie. Il clima sereno e gioviale ha permesso di alleviare le pene di una popolazione molto colpita, sia materialmente che emotivamente, dal terribile terremoto del 2016.

Non sono mancate battute, risate e sfottò, che hanno permesso di “staccare la spina” da pensieri cupi e intristenti.

Alla fine, la pasta fatta in casa è stata divisa tra tutti i partecipanti che l’hanno portata nelle loro case per cucinarla e dunque condividere il pasto con i propri cari. Il sugo ideale per gli gnocchi ricci è quello a base di spezzatino di castrato di pecora, ma spesso come alternative sono utilizzati il macinato di maiale e di vitellone, con una bella spolverata di parmigiano e pecorino.

Ma naturalmente, in base ai gusti di ciascuno, spazio alla fantasia tra i fornelli per inventare sughi più creativi per la rielaborazione moderna di un antichissimo piatto.

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