Il canto a braccio è un’arte che nasce dalle usanze dei pastori e dei contadini, tipica di molte regioni d’Italia con diverse sfumature e nell’Alta Valle del Velino è ancora profondamente sentita e praticata: è stato questo il tema di base dell’incontro di comunità tenuto a Posta.
Prima di iniziare c’è stato spazio per un momento di preghiera e di riflessione sulla Quaresima tenuto da suor Iolanda, poi si è passati ad approfondire la tematica scelta, con il conduttore dell’incontro che si è soffermato sulla storia di questo singolare canto.
Nell’Alta Valle del Velino questa tradizione fa parte della cultura popolare tanto che è frequente imbattersi tra le vie dei paesi in improvvisate esibizioni di cantori. Oppure sono frequenti le serenate in occasione di matrimoni in cui i cantori sono il fulcro di serate che grazie a loro diventano vere e proprie feste di paese.
In epoche passate, la sera i pastori si riunivano nelle osterie per trascorrere momenti di svago e, gustando vini e formaggi, si dilettavano fino a notte ad imitare i canti dei poemi cambiandone parole e temi. Spesso accompagnati dalle ciaramelle e dall’organetto, l’improvvisazione traeva ispirazione dalla propria esperienza, trattando con ironia e sarcasmo i temi più disparati: natura , amicizia, famiglia, amore, società.
Prendevano così vita vere e proprie gare che presero il nome di “tenzoni” in cui i poeti-pastori si rispondevano a vicenda sfidandosi a chi era maggiormente sarcastico o poetico, utilizzando la stessa metrica dei grandi classici, cioè l’ottava rima in versi endecasillabi.
La poesia a braccio nasce dall’anima, dalla semplicità e dalla fantasia ed è praticabile a tutte le età e con qualsiasi esperienza, purché la si sappia sentire, esprimere e trasmettere.
La figura del cantore rappresenta generalmente quella di una persona semplice e genuina, ricca di spirito e sensibile, capace di sentire, assorbire ed elaborare in un istante le sensazioni, gli umori e i sentimenti propri e della gente che lo circonda. Deve saper cogliere con ironia gli spunti dalla vita per elaborarli in maniera sarcastica e ilare, oppure sentimentale, malinconica o sognatrice. Il tutto in quella breve frazione di secondi che trascorre dall’ultimo verso cantato dall’antagonista all’inizio della propria ottava.
L’incontro di Posta è terminato con la recita dei canti esemplificativi del suo territorio e per concludere una bella merenda tutti insieme.