Borbona, In primo piano

Quando la musica supera la paura

Nei momenti della grande paura, quando le scosse proseguivano e la terra ti tremava di continuo sotto i piedi, a Borbona si continuava a suonare. Come antidoto alla paura, come momento di aggregazione, come motivazione per andare avanti, ma anche per scacciare dalla mente i pensieri negativi, le prove della banda musicale proseguivano senza sosta, e più frequentemente

Nei momenti della grande paura, quando le scosse proseguivano e la terra ti tremava di continuo sotto i piedi, a Borbona si continuava a suonare. Come antidoto alla paura, come momento di aggregazione, come motivazione per andare avanti, ma anche per scacciare dalla mente i pensieri negativi, le prove della banda musicale proseguivano senza sosta, e più frequentemente.

A porte aperte

«Facevamo lezione a porte aperte – dice il presidente Francesco Rossi – pronti a scappare fuori alla prima avvisaglia. Ci eravamo attrezzati con torce e coperte, ma ci siamo fatti coraggio e non ci siamo mai fermati, anche e soprattutto per distogliere la mente dei ragazzi, impegnati a suonare, da ciò che di brutto accadeva intorno a noi».
Attualmente la banda musicale di Borbona conta circa una trentina di componenti attivi, ma in paese si è soliti dire che «ogni casa ha un musicante», perché vista la storia ultracentenaria della formazione, un po’ tutti hanno nel tempo imbracciato uno strumento bandistico.

Giovani a lezione

«Il nostro vanto – prosegue Francesco – è però la scuola di musica. Abbiamo ventidue ragazzi a lezione, che per un territorio che conta circa quattrocento abitanti con prevalenza di anziani è un bel numero. Alcuni di loro arrivano anche dai comuni circostanti, e anche da altre regioni». Una scuola completamente gratuita, che permette a ciascun ragazzo di imparare a suonare uno strumento senza sostenere costi, neppure quello dell’acquisto dello strumento stesso. «Lo facciamo per mantenere le nostre radici, e porre ciascun ragazzo sullo stesso piano, proprio com’era una volta».

Un musico in ogni casa

Soprattutto nel difficile periodo del dopoguerra infatti, in un territorio prevalentemente di stampo agricolo come quello di Borbona, eravano ben pochi coloro che potevano permettersi di studiare musica. E fu proprio per fare in modo che tutti i giovani avessero la possibilità di imparare a suonare, che l’allora Podestà decise di coprire le spese per il maestro e rendere la scuola gratuita a tutti: «per questo imporre oggi una tariffa ai nostri ragazzi, per noi sarebbe come una sorta di tradimento per la nostra storia».

Resistere allo spopolamento

Ad oggi la scuola di musica di Borbona, come spesso accade, fatica a mantenersi in vita e a contrastare gli abbandoni dovuti anche allo spopolamento del paese verso le città. «Eppure non demordiamo e non abbiamo intenzione di mollare. Grazie anche a un generoso e amichevole gemellaggio con la banda musicale di Candelo, in Piemonte, il prossimo 22 giugno faremo un grande concerto estivo in piazza con una cassa armonica, un evento che ci permetterà di raccogliere qualche piccolo fondo e sarà anche molto motivante per i nostri ragazzi».

Superare le difficoltà

Francesco spiega come sia stato difficoltoso proseguire, e superare ansie e difficoltà dovute a gravi problematiche come l’inagibilità di molte abitazioni private, oltre a chiese ed edifici pubblici.
«Non è nostro costume né chiedere né piangerci addosso, anche per rispetto di alcuni comuni vicini che hanno avuto danni infinitamente superiori, in termini di vite umane e di crolli. Ma se qualcuno volesse darci un piccolo sostegno per portare avanti la nostra attività, di certo non lo rifiuteremmo, anche perché a breve dovremo rinnovare le nostre divise, ormai lise dal tempo», dice indicando la giacca verde che indossa con orgoglio, con su ricamato l’anno della nascita della banda, il 1894. Un appello che nasce dal desiderio di mantenere un ambiente sano e culturale dove far crescere i ragazzi, ma anche dal rispetto per la propria storia e da una sorta di senso di riconoscenza verso il linguaggio universale della musica che ha protetto la comunità in momenti durante i quali prevalevano solo sfiducia e tristezza.

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