Amatrice, In primo piano

Un progetto di rinascita post terremoto che punta sulla qualità e sulla sostenibilità per la conca di Amatrice

Se gli alberi sono i nostri migliori alleati contro il rischio idrogeologico le imprese locali, in particolare quelle agricole, sono l’antidoto al rischio spopolamento delle aree colpite dal sisma del Centro Italia

Se gli alberi sono i nostri migliori alleati contro il rischio idrogeologico le imprese locali, in particolare quelle agricole, sono l’antidoto al rischio spopolamento delle aree colpite dal sisma del Centro Italia. È questa l’idea di fondo che nel 2016, quando ero presidente di Legambiente, mi ha spinto ad attivare insieme agli amici di Libera, Altromercato, Alleanza Cooperative Italiane Giovani, Federparchi, Alce Nero e Symbola, “La rinascita ha il cuore giovane”: una raccolta fondi per sostenere giovani imprenditori e cooperative delle zone colpite dal sisma. Un progetto grazie al quale abbiamo donato oltre 150 mila euro per aiutare quelle comunità e quei territori a ripartire.

La stessa consapevolezza ha spinto Legambiente ad avviare negli anni alte iniziative simili. Come “ReStartApp per il Centro Italia”, un progetto realizzato insieme alla Fondazione Garrone per supportare – anche attraverso coaching individuale, consulenze, formazione professionale e laboratori di rete – le giovani imprese di Lazio, Marche e Umbria a reinventarsi, a riposizionarsi sul mercato puntando su qualità e sostenibilità e a restare sui propri territori, rivitalizzando l’economia dell’Appennino colpito dal terremoto. Perché oltre alla ricostruzione fisica, che è in grave ritardo, serve anche la tenuta sociale e il rilancio economico di queste comunità.

Ed è la stessa idea che leggo nelle parole del Presidente dell’associazione “Amatrice Terra Viva” Adelio Di Marco: «Per noi ricostruire significa prima di tutto vivere questa terra, farla conoscere, condividerla per dare non solo speranza a chi ha perso tutto ma anche una prospettiva».

La prospettiva di cui parla Di Marco si chiama “BioDistretto Terra Viva”: è un vero progetto imprenditoriale e sociale, coinvolge già venti imprese del comprensorio di Amatrice e sarà al centro di una tavola rotonda ad hoc nell’ambito della Festa della Trebbiatura del Comune laziale. Un’iniziativa alla quale partecipo con piacere, in programma dal 26 al 28 luglio ad Amatrice con tavole rotonde, rievocazioni, dimostrazioni e degustazioni di qualità.

L’ambizione è il rilancio della conca di Amatrice basato su un distretto agricolo interamente biologico, quindi su un’agricoltura sostenibile, di qualità e rispettosa delle vocazioni territoriali. Un BioDistretto aperto e al quale si spera vorranno aderire diversi comuni del centro Italia, per arrivare a un distretto biologico degli appennini. Una sfida per valorizzare culture, produzioni, ricchezze naturali e stili di vita di una vasta zona dell’Italia centrale che si ritrova tra l’altro nella sfida di una nuova ricostruzione.

Una festa e un’iniziativa organizzati dall’associazione “Amatrice Terra Viva” in collaborazione con Legambiente e Alce Nero e patrocinati dal Comune di Amatrice e dalla Regione Lazio, che è la prima regione italiana ad aver approvato una legge di promozione dei BioDistretti con al centro la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile del territorio. Per passare dalla solidarietà alla sostenibilità sociale e ambientale di un progetto economico solido e visionario. Che intanto ha già messo in commercio alcuni prodotti Amatrice Terra Viva e Alce Nero, come la Birra viva, i grissinotti Amatrice terra viva e i frollini Mela e cannella. Gli stessi che sono stati donati al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’inaugurazione della scuola Romolo Capranica.

Da huffingtonpost.it

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