Amatrice, In primo piano

La Madonna di Filetta, conforto e sostegno per chi è smarrito

Nel giorno della festa dedicata alla patrona di Amatrice, ci sarà il vescovo Domenico a presiedere la celebrazione eucaristica delle 11, e per favorire la partecipazione di tutti la Messa si svolgerà all’aperto, nello spazio del campo sportivo

Ad Amatrice don Adolfo non ha ripreso a celebrare la Messa con il popolo già dal 18 maggio. Un po’ per darsi il tempo di sistemare al meglio lo spazio liturgico secondo le indicazioni del protocollo condiviso tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo, ma anche per fare leva sulla forza simbolica della Madonna della Filetta.

Il giorno dell’Ascensione si celebra infatti l’anniversario dello straordinario ritrovamento che dette origine alla leggenda di fondazione del Santuario e il parroco don Adolfo, a bordo di un camioncino, scorterà l’amata reliquia tra le Sae per condividere così momenti di preghiera con i fedeli.

Una scelta itinerante che tiene conto delle difficoltà suscitate dalla pandemia, portando la confortante presenza del prezioso cammeo nei luoghi dove le persone continuano a vivere in attesa della ricostruzione. In questo modo si supera anche il limite di venti persone stabilito per la chiesa provvisoria di Sant’Agostino, nella quale, sempre il 21 maggio, sarà anche celebrata la prima Messa in forma pubblica.

La tradizionale liturgia della domenica sarà ovviamente priva della processione e non sarà possibile baciare l’immagine ritrovata nel 1472 da Chiarina di Valente, pastorella sorpresa da un temporale che scoprì il monile mentre si riparava sotto le fronde di una grande quercia nel bosco della Filetta.

Ci sarà però il vescovo Domenico a presiedere la celebrazione eucaristica delle 11, e per favorire la partecipazione di tutti la Messa si svolgerà all’aperto, nello spazio del campo sportivo.

Saranno circa dueceno i posti disponibili, «sempre ben distanziati e da occupare sempre con la mascherina indosso», precisa don Adolfo, che a sua volta presiederà il rito alle 17, sempre all’aperto, nella frazione Villa San Lorenzo. E anche le mura puntellate dell’edificio saranno un segno: della fragilità della vita che al terremoto ha visto sommarsi le conseguenze della pandemia, ma anche della protezione della Madonna, la cui immagine recuperata dalle macerie allude al manto della Madre celeste, che resta sempre accanto e aiuta a leggere la storia.

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