A quattro anni dalla chiusura conseguente al terremoto del 2016, ha riaperto al culto la chiesa dei SS. Angeli Custodi a San Pietro di Poggio Bustone. Pur tenendo conto delle necessarie precauzioni, lo scorso sabato, 4 luglio, si sono ritrovati in tanti per partecipare alla Messa presieduta all’aperto dal vescovo Domenico. A lui sono andati i ringraziamenti del parroco don Pietro Janik, che a margine della liturgia vissuta all’aperto, non ha mancato di rivolgere un pensiero grato anche ai tanti parrocchiani che hanno contribuito in vario modo al risultato: restaurando il portale e le suppellettili, curando i pavimenti, prendendosi cura degli impianti, ospitando in casa i banchi della chiesa durante i lavori, fino alla preparazione della festa per la riapertura.
Presenti per l’occasione anche le autorità civili e i frati del santuario francescano di Poggio Bustone, che durante il lungo periodo di chiusura hanno messo a disposizione le strutture affidate alla loro cura per celebrare i sacramenti.
Una cappella provvisoria per garantire la continuità del culto era stata invece ricavata adeguando altri spazi che ora, con la chiesa rimessa a nuovo, potranno tornare alla funzione consueta. «Il popolo ebreo ebbe bisogno di quarant’anni per arrivare alla Terra Promessa, noi di soli quattro», ha detto don Pietro, ricordando che delle duecento chiese compromesse dal terremoto, quella dei SS. Angeli Custodi è stata tra le prime ad essere riportata all’agibilità.
I lavori sono stati seguiti dall’Ufficio diocesano per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto e sono tra quelli compresi nell’Ordinanza numero 32 del 2017, disposta dal Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del centro Italia.
Le opere hanno interessato il corpo di fabbrica della chiesa sul quale sono stati realizzati interventi definitivi di messa in sicurezza comprendenti il rifacimento integrale del tetto, previa realizzazione di cordolo sommitale in acciaio, l’inserimento di catene in acciaio, il consolidamento della volta di mattoni in foglio presente sulla navata con l’utilizzo di fasce in fibra di carbonio, il consolidamento della torre campanaria con la realizzazione di una incastellatura interna in acciaio, la riparazione di alcune porzioni di muro ed il rifacimento delle finiture superficiali sia sulla facciata principale che nella navata interna.
I lavori hanno inoltre offerto l’occasione per arricchire la chiesa di una nuova vetrata artistica, firmata da Angelo Giordani e offerta da Franco Sampalmieri in ricordo del figlio Saturno scomparso a soli 51 anni nel 2017. L’opera rappresenta lo Spirito Santo come una colomba. Edificio e vetrata sono stati benedetti dal vescovo Domenico. Alla liturgia ha fatto seguito un momento musicale. E quasi ad annunciare la gioia per la riapertura della chiesa, un apprezzato concerto di musica classica si era svolto già domenica 28 giugno, affidato a solisti dell’Orchestra romana di Santa Cecilia.