A dicembre Borbona diventava un vero e proprio presepe: tutta la cittadinanza lavorava per mesi nella realizzazione di quello che nel tempo è diventato il simbolo della cittadina, il Paese Natale. Quest’anno a causa delle norme anti Covid, non è stato possibile replicare ma i borbontini non si sono di certo persi d’animo. Al posto del tendone che ospitava il Paese Natale, tre magnifici abeti con una natività, mentre le facciate delle case della piazza vengono animate con delle proiezioni. Sabato 19 dicembre, si è svolta l’inaugurazione ufficiale.
«Questo è un Natale diverso» ha esordito il sindaco, Maria Antonietta Di Gaspare, e rifacendosi a quel silenzio che il vescovo Domenico aveva invocato nel 2017, dopo il sisma, ha continuato dicendo che «questo sarà il Natale del silenzio in cui ognuno potrà pensare ai propri sogni, perché solo con il sogno non chiuderemo mai la porta della speranza».
Insieme a don Domenico, la popolazione si è riunita per un momento di preghiera davanti al presepe, simbolo che infonde sempre sicurezza. Il vescovo ha sottolineato come la vera essenza della natività vada ricercata nel bue e nell’asinello, introdotti da san Francesco per «ricreare la vera atmosfera della nascita di Gesù: il Natale serve per ritrovare la luce del bambino che ci rende capaci di fede».
E poi tutti in piazza per ammirare le proiezioni sfilare sulle case. «Volevamo dedicare questo presepe diverso alla banda di Borbona – ha spiegato il sindaco- che fa parte della nostra storia come un momento importante di condivisione. Inoltre, non potevamo omettere il presepe. Su una parte della piazza vengono proiettate immagini che raccontano i vari presepi che abbiamo fatto negli anni, che hanno la caratteristica di essere sempre diversi ma di racchiudere il lavoro di molte persone».
L’atmosfera natalizia, seppur diversa, si respira tutta. E il più bel simbolo di speranza è stato quello di vedere finalmente senza ponteggi la chiesa di Santa Maria Assunta, illuminata a festa e pronta per essere riaperta.