Amatrice, In primo piano

Riconsegnate le campane a Nommisci, un segnale di speranza in un momento difficile

La frazione amatriciana è infatti la prima in cui risuonerà il rintocco delle campane originali della chiesa di san Pietro Apostolo, riconsegnate ufficialmente il 18 dicembre

Tornano le campane a Nommisci! La frazione amatriciana è infatti la prima in cui risuonerà il rintocco delle campane originali della chiesa di san Pietro Apostolo, riconsegnate ufficialmente il 18 dicembre. Dopo gli interventi definitivi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria effettuati sul tetto della chiesa e nella sacrestia insieme al consolidamento della vela campanaria e di porzioni di muratura, i lavori, coordinati dall’ufficio Beni Culturali della diocesi di Rieti, sono ormai in dirittura di arrivo.

Quando ha visto le campane, Franco Gentile, memoria storica del paese, le ha salutate con un «ehy!», rivolgendo loro uno sguardo carico di affetto, come se stesse parlando ad un vecchio amico. «Le vogliamo montare oggi? Certo, bisogna rimettere le corde… e i buchi per farle passare? Appena saranno fissate, ci facciamo una bella suonata!».

Franco non riesce a trattenere l’entusiasmo, lui che da quando vi e nato, nel 1958, da questo paese non se n’è mai andato. E c’era anche il giorno in cui le campane sono state tolte, un giorno che ricorda bene perché era come se «stessero portando via una parte di questo luogo». Ora che le promesse sono state mantenute e che la chiesa di san Pietro Apostolo sarà la prima a risuonare in tutto il comune, Franco è ottimista: «questo è un segno di speranza, finalmente si ricomincia a ripartire».

Le campane, si sa, fungono da sentinella e scandiscono le ore della giornate. In questa frazione rintoccano a festa il giorno di sant’Anna che viene, però, celebrata la settimana successiva, per permettere a tutti di far ritorno al paese di origine godendo delle vacanze estive. Nonostante a Nommisci vivano durante l’anno 20 persone, questo è davvero un segnale di speranza, soprattutto in un momento in cui si sta vivendo una doppia emergenza, quella del sisma e quella della pandemia.

E lo sa bene Franco che ha anche le chiavi della chiesa perché, proprio come suo nonno e suo figlio, ha il compito di suonare le campane. «Nei tempi passati non c’erano i telefoni e le campane avevano il compito di avvisare i paesi vicini nei momenti di festa e in quelli più tristi». Senza dubbio, lui sarà il primo a provale e a verificare che abbiano ancora lo stesso suono di sempre, con l’augurio che si possa tornare a festeggiare tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.

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