«Lasciamoci sfidare dal futuro» citando il filosofo Bauman, il vescovo Domenico ha inaugurato con una celebrazione eucaristica la chiesa di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Santa Maria Nuova, in Borbona. La cerimonia, avvenuta nel pomeriggio di lunedì 28 giugno, ha radunato istituzioni e cittadini, emozionati di poter finalmente tornare nel centralissimo edificio.
La particolarità di questa chiesa, come spiegato dall’architetto Marco Lucandri, coordinatore dell’intervento, sta nella sua pianta circolare. Allo stesso tempo, però, questa caratteristica è stata anche la fragilità dell’edificio, che ha riportato i suoi danni maggiori proprio in corrispondenza della cupola e delle volte laterali. Gli interventi, si sono concentrati dunque sul consolidamento delle volte e sulla ricostruzione sia dei tetti laterali più bassi che del tetto sopra la cupola, rafforzato con una cerchiatura d’acciaio. «Per ripristinare la cupola è stata adottata una tecnica innovativa, quella del coccioforte, un sistema di rinforzo che consente tuttavia la reversibilità».
«Riapriamo ufficialmente questa chiesa dopo il tempo del terremoto ed è questo segno di grande speranza perché significa tornare alla dimensione abituale» ha affermato don Domenico, sottolineando, però, che la ricostruzione non deve essere vista solo come un fatto economico o tecnico ma anche culturale e spirituale perché «non basta che arrivino flussi di denaro se poi non ci sono le persone giuste capaci di orientare il capitale verso il bene comune».
Rivolgendo poi lo sguardo all’esterno, il vescovo ha fatto riferimento ai lavori in corso per il Centro di Comunità, luogo di incontro, e alla RSA, dove vengono custoditi gli anziani. «In questa triangolazione si delinea qualcosa che ha a che fare con la Borbona del futuro che sì, è una piccola comunità, ma è importante che dopo 5 anni si cominci a delineare una prospettiva in cui si recuperino gli spazi per la vita sia ecclesiale che sociale. Perciò – ha concluso – questo giorno di festa deve essere un segno di volontà a ricostruire non guardando le nostre spalle, ma
mirando avanti con fiducia».
Prima della conclusione della messa, don Ernesto Pietrangeli, parroco di Borbona ci ha tenuto a ringraziare personalmente tutte le persone che hanno contributo alla realizzazione del progetto e, con la voce rotta dall’emozione ci ha tenuto a condividere un suo intimo ricordo. «Questa è la chiesa dove seguivo la messa da bambino e dove, da giovane, celebravo. Negli anni ottanta e novanta era piena di fedeli e si respirava fede in ogni angolo. Mi auguro che questo possa continuare anche ora con le nuove generazione perché questi edifici non sono monumenti ma un luoghi di fede».
Si è unita ai ringraziamenti anche Maria Antonietta Di Gaspare, sindaco della città, che, riprendendo l’asse proposto dal vescovo, quello tra la chiesa di Santa Maria Assunta, il venturo Centro di Comunità e la Rsa, ha aggiunto un ulteriore tassello: il centro storico. «riteniamo che, nel proiettarci nel futuro, la memoria possa essere il volano del domani che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri giovani. Queste comunità, seppur piccole, nascondono un trascorso e un passato e in questi luoghi dobbiamo creare un futuro per tutti» ha concluso.
Tanto l’entusiasmo tra i fedeli, consolati così dall’assenza dei festeggiamenti in onore di santa Maria del Monte, in coincidenza con l’ultima domenica di Giugno. «Non è cambiata per niente» ha detto la signora Dina. L’unica differenza infatti sta nell’esposizione della Croce Processionale, ora visibile a tutti grazie alla protezione di una teca posta ai margini dell’altare.