Le fonti narrano che la presenza della chiesa di Santa Croce risale a partire dal XII secolo in un’area piuttosto isolata del territorio borbontino. Dopo il decadimento medievale, il titolo venne trasferito ad una nuova chiesa, questa volta costruita dentro le mura. Nel 1600 la struttura è già riccamente allestita, grazie alle donazioni delle più facoltose famiglie del territorio. Gli eventi sismici del 1703, non risparmiarono l’edificio che venne però ricostruito celermente: nel 1732 fu consacrata dal vescovo Antonino serafino Camarda.
Il nuovo edifico, di raffinato gusto settecentesco, include frammenti lapidei della struttura precedente come il bassorilievo altomedievale raffigurante il Cristo Risorto. La chiesa si presenta semplice e ordinata: il portale lapideo a cui si accede tramite una armoniosa scalinata ha forme classiche e armoniose, la facciata è intonacata e i conci degli spigoli hanno una funzione decorativa.
L’interno è invece concepito come un’ampia aula basilicale al cui estremo si leva l’arco trionfale a sesto ribassato.
Entrando, spicca la presenza dell’altare maggiore e degli altari laterali, realizzati in stucco. Le tele richiamano ancora una volta il gusto settecentesco mentre gli arredi lignei denotano la maestria degli ebanisti locali, che si rispecchia anche nel tavolato ligneo del soffitto.
Il sisma del 2016 non ha risparmiato la chiesa che ha riportato danni ad alcuni elementi costruttivi e decorativi. Le strutture più interessate sono state l’arco trionfale, la facciata e le pareti laterali. L’intervento definitivo di ricostruzione sarà quindi focalizzato sul ripristino dei danni e dei disseti riscontarti al fine di garantire la continuità di culto rispettando però la sicurezza pubblica e la sostenibilità economica e ambientale.