«Siamo tornati ad Amatrice dove la ricostruzione va avanti. Con il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini e il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, abbiamo visitato il cantiere del complesso Don Minozzi, l’albergo il Castagneto e il condominio adiacente. Subito dopo il cantiere del centro storico e quello dell’ospedale della città. Ad Amatrice si torna un po’ alla volta a vivere. Vogliamo organizzare grandi eventi culturali e far tornare qui turisti e i cittadini del Lazio»: così dichiara il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ieri ha effettuato un sopralluogo su alcuni cantieri ad Amatrice.
Presente alla mattinata anche l’assessore regionale alle Politiche per la Ricostruzione, Claudio Di Berardino.
«Ho visitato cantieri privati come la Fattoria e la chiesa di Santa Maria Assunta, nella vasta area che ospitava l’Istituto Don Minozzi, dove sorgerà Casa Futuro, un luogo dedicato alla comunità, ospitalità e servizi civici. Poi il condominio Pizzo di Sevo, l’hotel Il Castagneto, il nuovo Ospedale, al cantiere del tunnel e alle lavorazioni nel centro storico. Si tratta di interventi che fotografano l’impegno dell’amministrazione regionale nel più vasto processo di ricostruzione in corso nelle aree colpite dal sisma del 2016 che si è concluso con un Tavolo di monitoraggio dell’ordinanza speciale di Accumoli per l’attuazione degli interventi della ricostruzione. Nei prossimi giorni sarò presso l’ufficio speciale per la ricostruzione avvieremo un confronto con tutti i sindaci del cratere, le parti sociali e gli ordini professionali seguendo un preciso cronoprogramma: 16, 17, 23, 30 e 31 maggio. Come Regione stiamo lavorando insieme con gli altri soggetti coinvolti per realizzare la completa ricostruzione di tutte le località colpite dal terremoto».
In vista del sopralluogo, il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi ha dichiarato: «Che costruiamo a fare nuove case se la gente non lascia le SAE? Ad Amatrice, nonostante i problemi, stiamo ripartendo. I numeri parlano chiaro: 661 cantieri aperti, 357 in fase realizzativa e 304 in fase istruttoria. Abbiamo consegnato 82 abitazioni ricostruite secondo le più moderne norme antisismiche. Ma la cosa più sconsolante e deprimente, è che al momento, su 30 assegnatari di SAE che possono tornare a vivere in una vera casa, solo 7 le hanno lasciate. E le motivazioni sono le più creative, per usare un eufemismo. Anche perché si tratta di rispettare Ordinanze della Protezione Civile e Regolamenti comunali ben precisi».
«Sono deluso e amareggiato – ha continuato il sindaco – da quando mi sono insediato, sei mesi fa, ho sempre detto che la ricostruzione, prima che materiale, assolutamente legittima per una popolazione che ha sofferto e aspettato troppo tempo, deve essere innanzitutto culturale. E ciò presuppone l’abbandono di una mentalità assistenziale, di un vittimismo che ha fatto il suo tempo, della logica del tutto dovuto, che stanno diventando un pericoloso ostacolo per la ripresa economica e sociale della nostra comunità. L’ho detto e ripetuto in tante occasioni: i troppi aiuti non aiutano.Questo comportamento non è rispettoso verso chi ancora non è riuscito a far ricostrure la propria abitazione, e non è rispettoso verso le centinaia di cittadini che sperano di tornare presto ad una quotidianità perduta a causa del sisma».
Foto d’archivio