Amatrice, In primo piano

Il vescovo ad Amatrice: «La ricostruzione accelera, possa accelerare anche la riconquista della serenità»

Nel pomeriggio del 23 settembre il vescovo Domenico ha ricevuto il saluto della comunità di Amatrice in occasione della Messa da lui presieduta presso l'Auditorium della Laga

“Il simbolo del terremoto è l’orologio della torre che batte le 3.36. Da quel momento sembra che il tempo si sia interrotto per noi. In realtà, il tempo ha continuato a camminare e – come annota il Qoelet – non ha cessato di manifestarsi nelle sue diverse forme. Perché il tempo non è l’orologio, ma la qualità delle relazioni che si stabilisce tra le persone. Per questo il tempo è lungo quando uno sta con una persona importuna, mentre diventa breve quando si sta con una che amiamo. Che tempo abbiamo vissuto insieme?”.

A porre l’interrogativo è mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, nell’omelia della messa celebrata questa sera ad Amatrice in occasione del saluto della comunità al presule che a breve lascerà la diocesi reatina per trasferirsi nella nuova sede di Verona. “Il testo del Qoelet – ha spiegato commentando la prima lettura – presenta 14 coppie di azioni antitetiche per dire sostanzialmente due cose intorno al tempo”: che “le situazioni evolvono: quando stai bene tutto può crollare ma anche il contrario e cioè quando tutto sembra perduto si può sempre risalire la china”, e che il tempo “non è solo cronos, ma anche kairos. Il che sta a dire che è possibile leggere dentro quello che sembra assurdo una linea giusta che si sottrae all’incomprensibilità della storia”.

Ripensando agli anni trascorsi insieme, mons. Pompili ha osservato: “Non sempre ci è chiaro il senso di quello che è accaduto, ma abbiamo toccato con mano che la vita va vissuta ancora più in profondità senza lasciarsi irretire da tristezze e da superficialità. L’augurio è che mentre la ricostruzione va avanti ed accelera, anche la gente possa accelerare nella riconquista di quella serenità interiore che è la vera risorsa che nasce dalla fede. Così il cammino per tutti anche a distanza riprende daccapo”. Il presule ha quindi reso omaggio ai defunti vittime del terremoto.

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