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NextAppennino: Castelli al lavoro con i sindaci del cratere

La recente pubblicazione delle prime graduatorie dei bandi del programma NextAppennino ha evidenziato non solo la vitalità dei territori colpiti dal sisma 2016, ma anche la concreta capacità di mettere a terra i progetti proposti nei tempi e nei modi previsti dal PNRR.

Di questi risultati e dei progetti considerati comunque ammissibili dal programma, ma che non sono rientrati tra quelli ammessi al finanziamento, si è parlato ierinel corso di una riunione, avvenuta in modalità da remoto, alla quale hanno preso parte il Commissario Straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli,  i quattro sindaci dei Comuni Anci che fanno parte della Cabina Sisma e PNRR – Nicola Alemanno (Norcia, coordinatore); Gianguido D’Alberto (Teramo), Giorgio Cortellesi (Amatrice) e Franco Capponi (Sindaco di Treia) – il vice Segretario generale di Anci, Antonella Galdi, e la Direttrice di Anci Marche, Francesca Bedeschi.

«Siamo stati tutti positivamente colpiti dal livello di partecipazione e dalla qualità dei progetti presentati per NextAppennino», ha detto il Commissario Castelli.

«Il programma ora proseguirà con ulteriori graduatorie ma, nel frattempo, ci impegneremo per cercare una soluzione rispetto ai progetti ammissibili che non sono approdati al finanziamento. Si tratta di un ‘patrimonio’ che vogliamo riconoscere e valorizzare: la comunità d’intenti emersa nel corso della riunione è la migliore premessa per cercare di conseguire un risultato positivo. A tale scopo, sono in corso le necessarie interlocuzioni con il governo, tese all’individuazione di possibili risorse aggiuntive che darebbero un ulteriore slancio al sistema imprenditoriale del cratere».

Casa Futuro, Castelli: «Riporta la montagna al centro del discorso»

Il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli ha visitato oggi il più grande cantiere della ricostruzione privata del cratere, la “Casa Futuro” che sorgerà al posto del Don Minozzi di Amatrice.

L’enorme complesso di proprietà dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia aveva subito ingenti danni a causa del terremoto. Il progetto dell’architetto Stefano Boeri, pur mantenendo i precedenti volumi, costituisce un’opera innovativa per funzioni, materiali e processi di lavorazione. Il valore dell’opera di rico-struzione è di oltre 43 milioni di euro. Insieme al Commissario Castelli e all’architetto Boeri, hanno partecipato al sopralluogo anche il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi, il Segretario Generale dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, don Cesare Faiazza, l’assessore alla Ricostruzione Manuela Rinaldi e il direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione Lazio Stefano Fermante.

«La Casa Futuro, ispirata all’ecologia integrale della “Laudato sì” di papa Francesco, rappresenta un punto di partenza fondamentale per il rilancio di Amatrice e di tutto l’Appennino centrale», dichiara il Commissario Castelli. «Progetti come questo dimostrano ancora una volta che le nostre montagne, ben lungi dall’essere luoghi marginali, possono tornare al centro del discorso con la loro capacità di cogliere appieno le sfide del presente. Basti pensare che oltre a prevedere energia solare e un sistema di recupero e riciclo dell’ac-qua piovana, già nel cantiere viene reimpiegato il 60% delle macerie, con un processo virtuoso di economia circolare che diventa un esempio per altre grandi opere private e pubbliche. Casa futuro – conclude Castelli – con le sue “Corti” circondate dal verde, restituirà alla comunità spazi civili, culturali e aggregativi che sono la base per una riparazione del tessuto sociale ed economico e per riportare lavoro, giovani e speranza di crescita in questa parte d’Appennino».

«Siamo felici oggi di avere con noi il Commissario Straordinario Castelli, l’assessore regionale Ferrante e il sindaco Cortellesi, sentiamo l’attenzione delle istituzioni», afferma l’architetto Boeri. «Questo è un progetto che rappresenta il simbolo della rinascita di un intero territorio. Il Don Minozzi è stato uno dei grandi motori sociali e comunitari di Amatrice in passato e oggi rinasce. E rinasce mantenendo in pieno la sua identità di luogo di incontro e di formazione dei giovani. Siamo felici di questo.

La Casa Futuro si articolerà in quattro Corti, oltre all’ex fattoria che è in fase di recupero. La Corte civica, dove troveranno spazio uffici amministrativi e testimonianze dell’arte e della storia di Amatrice; la Corte del Silenzio, dove sarà riattivata una casa di riposo già presente prima del terremoto; la Corte delle arti e dei mestieri, per valorizzare la formazione lavorativa e infine la Corte dell’Accoglienza, che potrà ospitare stage formativi per studenti di ogni parte d’Italia.

“Amatrice-Accumoli, out of the windows”: parte da Accumoli la mostra itinerante

La mostra itinerante “Amatrice-Accumoli, out of the windows“, organizzata da Radici Accumolesi ODV con il contributo della Regione Lazio e di Lazio Crea, apre i battenti il prossimo 14 febbraio ad Accumoli nella sala Accupoli: il 18 febbraio è previsto l’incontro con la popolazione alle ore 15,30 con la degustazione di prodotti tipici offerti da “Amatrice Terra Viva”. La mostra sarà aperta ad Accumoli fino al 19 febbraio (orari: sabato e domenica 11-18 lunedì-giovedì 15-17).

Ad Amatrice, con gli stessi orari, la mostra sarà aperta dal 21 al 26 febbraio presso i locali adiacenti l’Auditorium della Laga di Amatrice, mentre l’incontro con la popolazione e la degustazione dei prodotti tipici di Amatrice Terra Viva si svolgerà il 25 febbraio alle ore 15,30. Le inaugurazioni ad Accumoli e ad Amatrice saranno allietate da spettacoli bandistici a cura delle Bande Musicali di Amatrice e Accumoli.

«La mostra – spiegano i promotori – si propone diversi obiettivi: primo tra tutti è quello di promuovere il valore, le preziosità materiali e immateriali del territorio attraverso una visione insolita delle stesse, con una particolare attenzione alla memoria di luoghi devastati dal sisma del 2016. La realizzazione dell’iniziativa in tutte le sue parti ha coinvolto strettamente personale ed aziende locali».

L’esposizione, infatti, utilizza finestre recuperate dalle demolizioni seguite al terremoto, che forniranno una visione sulle due città. Out of the windows: una vista panoramica che sarà offerta al pubblico come se il fruitore si affacciasse alle finestre (salvate e restaurate per l’occasione) e potesse osservare le città così come si presentavano prima degli eventi catastrofici del 2016.

«Le immagini che costituiscono le visioni – proseguono gli organizzatori – sono state richieste alle rispettive comunità insediate nei Comuni di Amatrice e Accumoli, nel tentativo di dar vita a processi partecipativi, nonché alle rispettive amministrazioni comunali, ai fini di una interazione tra la popolazione e gli enti pubblici che le rappresentano più in prossimità».

Non solo le finestre per fissare immagini, suoni e parole, ma attraverso una narrazione pensata per l’occasione, il patrimonio materiale e immateriale che è andato in parte perduto con gli eventi sismici del 2016, di cui Amatrice e Accumoli sono le prime, grandi vittime, rivive anche nei cinque sensi con un corredo musicale e multimediale di accompagnamento sonoro all’evento, favorendo nel percorso anche le persone diversamente abili e svantaggiate grazie ad un servizio di assistenza per tutta la durata dell’iniziativa.

Il progetto è patrocinato dal Comune di Amatrice e dal Comune di Accumoli, con la collaborazione della Cooperativa di Comunità Radici & Ali (che ha fornito il know-how e le competenze per la realizzazione), l’Associazione Laga Insieme, l’Associazione Pro Retrosi, l’Istituto S.Alessio Margherita di Savoia, le Pro Loco di Accumoli ed Amatrice, l’impresa sociale Amatrice Terra Viva.

Art Bonus per le aree colpite dal sisma: si può votare per la Madonna con il bambino di Sommati

L’Art Bonus è una misura fiscale introdotta in Italia nel 2014 per incentivare la donazione di fondi da parte delle imprese e dei privati per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale del Paese. La legge consente a chi effettua una donazione per la cultura di ottenere un importante credito d’imposta sulle somme versate.

L’Art Bonus riguarda le donazioni effettuate per la conservazione e il restauro di monumenti, musei, siti archeologici, biblioteche e archivi storici, nonché per la realizzazione di spettacoli teatrali e musicali e per la promozione delle attività culturali.

La legge ha suscitato molto interesse da parte delle imprese, che vedono nel provvedimento un’opportunità per ottenere un ritorno fiscale sulla loro attività di responsabilità sociale, sia da parte delle istituzioni culturali che hanno ricevuto importanti finanziamenti per la tutela del patrimonio culturale. L’Art Bonus, inoltre, incentiva la solidarietà e la generosità dei cittadini, sensibilizzandoli verso il patrimonio artistico e culturale del Paese.

In seguito al terremoto, nell’ambito dell’Art Bonus sono stati attivati diversi progetti per il restauro di manufatti danneggiati dalle scosse telluriche. Ne sono un esempio le due sculture mariane in terracotta attualmente esposte nel Salone del Palazzo Papale di Rieti, provenienti dal comune di Accumoli. Ma grazie ai finanziamenti sono stati restaurate anche statue lignee, manufatti in cartapesta e quasi venti dipinti, già rientrati nella disponibilità della diocesi.

Nell’ambito delle opere da conservare attraverso l’Art Bonus è ora possibile indicare un’altra scultura tra quelle danneggiate dal sisma. Sul sito del progetto è infatti possibile votare per il restauro della Madonna con il bambino proveniente dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Sommati, Amatrice. La scultura, che raffigura la Vergine assisa sul trono, è parte integrante di un corpus di manufatti in terracotta policroma realizzati per lo più nella prima metà del XVI secolo, che caratterizzano il territorio tra l’alta valle del Tronto, la Sabina e l’Umbria meridionale.

Recenti studi stanno gradualmente liberando dall’oblio queste testimonianze artistiche fortemente legate al territorio grazie alla materia con cui sono realizzate e per il dato di immedesimazione, che le ha rese particolarmente “vicine” alle popolazioni locali. Rappresentano altresì una felice parentesi per la statuaria in terracotta del Rinascimento, fortemente influenzata dai modelli toscani e abruzzesi che si imposero negli ultimi decenni del Quattrocento. La scultura è collocata in una nicchia adornata da una ricca cornice

Il progetto rientra nell’ambito delle attività di programmazione degli interventi di restauro dei beni custoditi nei depositi attivati dal MIBACT per l’emergenza a seguito degli eventi sismici che si sono verificati a partire dal 24 agosto 2016 nell’Italia centrale. L’attività di programmazione ha tenuto conto non solo dello stato conservativo e delle conseguenti priorità d’intervento di ogni opera, ma anche della provenienza di tali beni mobili, prediligendo il restauro di opere provenienti da chiese già inserite nei piani di ricostruzione o per le quali sono già avviati i lavori di messa in sicurezza, con l’obiettivo di restituire il patrimonio culturale – nella sua accezione più ampia – alla collettività e ai luoghi di appartenenza, a tutela del rapporto stretto “patrimonio-territorio”.

La scelta di utilizzare l’Art Bonus verso le zone colpite dal terremoto è significativa perché in questo modo possono contare su un sostegno concreto per la ricostruzione che si concentra su beni collettivi contribuendo alla rinascita delle comunità colpite dalla tragedia anche dal punto di vista culturale e storico.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell’Art Bonus, dove è possibile votare l’opera.

Attivato a Villa San Cipriano il nuovo PASS di Amatrice

Grazie ad un lavoro congiunto tra Asl Rieti, Regione Lazio, il soggetto attuatore emergenza Sisma e il Comune di Amatrice, si sono conclusi nei giorni scorsi i lavori di realizzazione del nuovo PASS (Posto di Assistenza Socio Sanitaria) di Amatrice.

Il nuovo PASS è stato realizzato nell’ex Istituto omnicomprensivo presente nella frazione “Villa S. Cipriano” ad Amatrice, ed è attivo già da alcuni giorni. La nuova struttura, di 550 metri quadrati, assicurerà livelli superiori di confort e benessere ambientale per pazienti, visitatori e personale sanitario.

Il Pass di Amatrice è inoltre collegato direttamente con il Dea I livello del Presidio ospedaliero di Rieti mediante la Piattaforma di Telemedicina per teleconsulto specialistico per i casi più complessi.

«Abbiamo sempre motivi di speranza»: la visita del vescovo Vito nei luoghi del terremoto

Condividere le gioie e le speranze, ma anche le tristezze e le angosce. Tra i Monti della Laga innevati il vescovo Vito si rivolge alla popolazione con semplicità e immediatezza nella sua prima visita nei luoghi del terremoto del 2016. Una visita annunciata già prima della sua ordinazione episcopale come a indicare un segno del cammino che intende percorrere con il popolo che gli è stato affidato: quello della massima vicinanza, di un destino condiviso, ma non subito. «La speranza deve sempre accompagnare ognuno di voi – dice durante la Messa celebrata nell’Auditorium di Amatrice – il vostro dolore da adesso è anche il mio, ma la speranza non deve mai finire: lo dobbiamo a quanti hanno perso la vita, ma anche a loro, ai bambini».

Lo spazio in cui si muove il nuovo vescovo di Rieti è incorniciato da abbracci, strette di mano, dalla ricerca degli occhi degli altri, ma non solo. Come indicato alla vigilia della sua ordinazione con il momento di raccoglimento a Greccio, il motore sotterraneo viene da un moto dell’anima, da un’esigenza spirituale profonda. E ad Accumoli e Amatrice lo si è visto dal concentrato momento di preghiera che ha voluto riservare solo per sé davanti ai monumenti ai caduti e nel mezzo delle macerie in zona rossa, rese ancora più irreali e stranianti dal considerevole strato di neve.

Nei due paesi distrutti dal terremoto il vescovo si è intrattenuto a lungo con le persone, cercando di conoscere, capire, accompagnare. «Abbiamo sempre motivi di speranza», ha spiegato, quasi facendo eco al saluto di mons Luigi Aquilini, che a nome della comunità ecclesiale ha indicato non tanto il dramma vissuto, ma la vitalità del territorio, la ricchezza delle sue tradizioni, la voglia di «risorgere e andare avanti, sostenuta da una grande fede».

Si avverte un grande bisogno di continuare a confidare nella Chiesa, che dal 24 agosto del 2016 non ha mai abbandonato il territorio, ma sempre fatto sentire la sua presenza, il suo accompagnamento. Una eredità che don Vito raccoglie «in punta di piedi», ma con un’attenzione già divenuta personale. E lo dimostra spiegando ai fedeli che il calice e la patena usati sono stati realizzati mettendo insieme il legno di un ulivo della sua Puglia con due pietre, una di Accumoli e l’altra di Amatrice.

Al termine della Messa, ad Amatrice, il superiore della Famiglia dei Discepoli di don Giovanni Minozzi, don Savino D’Amelio, ha introdotto il nuovo vescovo alla cifra spirituale di questo sacerdote amatriciano che tanto ha realizzato per l’Italia e per la stessa Amatrice. Sullo sfondo, la costruzione di Casa Futuro, dove prima del terremoto sorgevano i padiglioni dell’Opera per il Mezzogiorno d’Italia: un tassello importante dei progetti della ricostruzione che coinvolge direttamente la Chiesa di Rieti, con il cantiere visitato da don Vito al suo arrivo nel paese.

La mattinata si è chiusa con uno scambio di doni: da un lato la colletta dei fedeli della parrocchia dei Santi Medici di Bitonto consegnata alla parrocchia di Amatrice, dall’altro quelli al vescovo dei bambini del catechismo, dei rappresentanti della Caritas amatriciana e del parroco di Amatrice.

Nel primo pomeriggio, dopo la visita in zona Rossa accompagnato dai Carabinieri e da padre Carmelo Giannone, ad Accumoli, il vescovo è stato accolto dal suono della banda cittadina, che don Vito ha esortato a proseguire nel prezioso servizio della musica cercando di coinvolgere i giovani. Poi il saluto del parroco don Stanislao Puzio, che lo ha ringraziato riprendendo parole di speranza dal suo messaggio di auguri di Natale. Anche ad Accumoli, mons Piccinonna si è intrattenuto a lungo con la popolazione, con uno sguardo speciale per i più giovani: «Chiamatemi, quando vi sentirete soli o trascurati».

Ricostruzione: Legnini fa il punto passando le consegne a Castelli

28 mila richieste di contributi dai privati per 10 miliardi di euro, quelle giunte per la ricostruzione dopo il sisma del 2016, cresciute del 27,7% rispetto al 2021, pari al 54,9% di quelle attese (ne restano 23 mila) e al 51,5% in valore. Questi alcuni dei dati presentanti oggi da Giovanni Legnini, al termine del suo mandato di Commissario Straordinario alla Ricostruzione, iniziato nel febbraio 2020 e concluso in questi giorni con la nomina del suo successore, Guido Castelli.

Con il termine del mandato di Legnini, la struttura del Commissario ha infatti pubblicato un Report informativo relativa alla ricostruzione. Per quanto riguarda quella privata, le informazioni contenute nel rapporto sono ricavate dai dati forniti su base mensile dagli Uffici Speciali della ricostruzione delle quattro regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

Il Rapporto elenca 15.736 decreti di contributo concessi per 5,3 miliardi di euro (+29,4% sul 2021); 2,5 miliardi di importi liquidati alle imprese esecutrici (1 miliardo nel 2022); 8.318 cantieri privati conclusi per circa 20 mila singole unità immobiliari; 7.333 cantieri privati attualmente aperti; 2.500 interventi pubblici finanziati con 3,6 miliardi, tra cui 450 scuole per 1,4 miliardi; 1.251 interventi su chiese e edifici di culto finanziati per 800 milioni. Le somme erogate per le opere pubbliche cubano 935 milioni di euro a fine 2022 (+67% sul 2021).

«Sono e sarò il primo tifoso della ricostruzione per i prossimi anni, bisogna allontanare le polemiche di ogni sorta perché è legittimo che il Governo faccia le sue scelte ed è legittimo che chi è preoccupato per il futuro e non condivide delle scelte lo faccia sapere, purché si mantenga sempre nel perimetro della necessità di garantire un futuro a questi territori», ha detto il Commissario uscente, passando idealmente le consegne al senatore Castelli di Fratelli d’Italia, presente oggi alla presentazione del Rapporto di fine mandato.

L’avvicendamento formale tra i due avverrà tra qualche giorno: «Al senatore Castelli – ha aggiunto Legnini – faccio i miei migliori auguri e non sono rituali, c’è da coltivare l’interesse di chi soffre e attende da troppo tempo». Il Commissario uscente ha inoltre colto l’occasione per ringraziare «tutti gli attori della ricostruzione».

La stima dei danni causati dal terremoto del 2016 in Centro Italia corrisponde a una cifra considerevole, e comprende danni sia al patrimonio pubblico che privato. La maggior parte dei danni riguarda l’edilizia privata, con una stima di 19,6 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i danni alle opere e agi edifici pubblici, alle chiese e alle infrastrutture. La stima è stata calcolata attraverso le richieste di contributo da parte dei cittadini e i censimenti effettuati presso le amministrazioni locali e le diocesi.

Presentando il Rapporto sui progressi e i risultati ottenuti durante il suo mandato, Giovanni Legnini ha sottolineando come questi siano stati raggiunti in un contesto economico e sociale molto difficile. Ha citato la pandemia da Covid-19, le difficoltà del mercato dell’edilizia, l’aumento dei prezzi dei materiali edili e l’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime come fattori che hanno reso la ricostruzione più complessa.

Il Commissario ha sottolineato alcuni “insegnamenti” tratti dal lavoro svolto, tra cui la necessità di avere regole chiare e semplici e la definizione di responsabilità precise per ognuno degli attori coinvolti nella ricostruzione. Legnini ha inoltre rivendicato i provvedimenti volti a semplificare le procedure amministrative e accelerare il processo di ricostruzione ed espresso la sua fiducia nel futuro dei territori colpiti dal terremoto del Centro Italia, sottolineando la necessità di costruire un clima positivo attraverso realizzazioni concrete.

Tra i problemi aperti c’è ad esempio quello dello spopolamento, che era già in atto in molti comuni del cratere sismico prima del terremoto. È inutile ricostruire se poi i borghi si spopolano e se i nuovi edifici costruiti non vengono utilizzati. Una considerazione che mette in luce la necessità di una visione integrale per la ricostruzione, che tenga in considerazione anche l’aspetto sociale e culturale delle comunità colpite dal terremoto.

Ricostruzione: nuova programmazione per le chiese, via alle delocalizzazioni

Approvato in Cabina di Coordinamento sisma 2016 un importante pacchetto di Ordinanze per accelerare la ricostruzione dei centri più colpiti, ed impegnare nuove risorse per la ricostruzione e riparazione degli edifici di culto danneggiati dal terremoto. La Cabina ha inoltre definito le nuove scadenze per la ricostruzione privata e pubblica, in accordo con il Dipartimento di Protezione civile per quanto riguarda i progetti dei beneficiari di Contributo di autonoma sistemazione e di Soluzioni abitative d’emergenza.

Le ordinanze speciali

Le Ordinanze emanate dal Commissario Straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, sulle quali si è trovata l’intesa dei sindaci e dei presidenti delle quattro regioni, riguardano le frazioni di Arquata del Tronto, Amatrice, Norcia ed un quartiere di Pioraco. Nella scorsa Cabina avevano ricevuto l’intesa anche le Ordinanze relative alle delocalizzazioni di Accumoli e al centro storico di Preci.

Le Ordinanze speciali individuano e finanziano interventi e procedure semplificata per le opere di ricostruzione pubblica più complesse, necessarie per un effettivo avvio della ricostruzione privata. Dopo un primo pacchetto di interventi in deroga che nell’ultimo anno hanno riguardato principalmente i centri storici più colpiti, ora che quegli stessi Comuni si sono dotati anche per le frazioni dei Piani straordinari di ricostruzione e dei Piani attuativi, si sono potute definire le relative Ordinanze speciali per accelerare gli interventi pubblici e dare così una prospettiva temporale chiara anche alla progettazione della ricostruzione privata.

Nella prossima Cabina di coordinamento saranno esaminati invece i testi relativi alle Ordinanze speciali di San Severino, Bolognola, Serravalle del Chienti e Campotosto, rinviate su richiesta delle Regioni interessate.

Con L’Ordinanza speciale, ad Accumoli si avvia finalmente il piano per la delocalizzazione delle frazioni di Libertino, San Giovanni, Fonte del Campo, Illica e alcuni edifici del Capoluogo, che non possono essere ricostruiti perché si trovano in aree a forte rischio idraulico e di frana, o in versanti instabili, se non in prossimità dei fossi e degli alvei. A definire le aree di atterraggio degli edifici delocalizzati è un’integrazione al Programma Straordinario di Ricostruzione di Accumoli e per la loro realizzazione vengono introdotte procedure molto semplificate e si ricorrerà al nuovo istituto del permesso edilizio convenzionato.

Ad Amatrice, con circa 68 milioni di euro, comprensivi dei 25 milioni dell’Ordinanza 129/2022, si finanziano gli interventi di eliminazione delle situazioni di dissesto, di ripristino e realizzazione dei sottoservizi e di ripristino della viabilità, delle infrastrutture e dei cimiteri nel capoluogo e in 35 frazioni, sempre a seguito della definizione del Psr da parte del Comune. Con 6 milioni si finanzia inoltre la nuova viabilità del centro storico. L’Ordinanza introduce due importanti novità. La prima è l’istituzione del Presidio di qualità della Ricostruzione, con il compito di verificare nell’ambito dello sviluppo della progettazione degli interventi di ricostruzione degli edifici pubblici e privati del centro storico di Amatrice il rispetto dei caratteri architettonici tipici o peculiari, la coerente riproposizione o reinterpretazione degli stessi e la definizione di tutti gli elementi concorrenti alla caratterizzazione delle facciate, fornendo indicazioni prescrittive e raccomandazioni. La seconda è la definizione del cronoprogramma per la ricostruzione del centro storico, con la possibilità per la Struttura commissariale di intervenire con poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto, garantisce ai cittadini una tempistica chiara anche per gli interventi privati.

Nuovo programma per la ricostruzione delle chiese

La Cabina ha raggiunto l’intesa anche sul nuovo elenco degli interventi di ricostruzione delle chiese danneggiate dal sisma. L’Ordinanza approvata oggi dispone la programmazione per 341 nuovi interventi, per un valore di 194 milioni di euro, tra cui 28 interventi, per un valore di 22 milioni, gestiti da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, e altri 313 interventi gestiti dalle Diocesi e Arcidiocesi delle quattro regioni. Altri 94 milioni di euro sono utili invece a integrare 91 progetti che avevano bisogno di ulteriori risorse a causa dell’aumento dei prezzi. In totale l’Ordinanza stanzia 286 milioni di euro. Gli interventi finanziati per le chiese salgono quindi a 1.246, e risultano così finanziate il 62% delle chiese danneggiate.

Le nuove scadenze

I cittadini beneficiari di Cas o Sae che ancora non abbiano provveduto, come già comunicato in occasione della Cabina del 20 dicembre, possono presentare fino a domani (31 dicembre) il progetto di ricostruzione in forma semplificata, da completare poi entro il 15 marzo 2023. Chi non è riuscito a rispettare il termine potrà presentare il progetto, ma solo in forma definitiva, entro il 31 gennaio 2023. Per tutti gli altri progetti la nuova scadenza è fissata al 31 dicembre 2023.

Con i frati ad Accumoli per riscoprire la mitezza del Natale

Gradita visita a sorpresa, ieri ad Accumoli, del Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori. In attesa di presiedere la Santa Messa della notte di Natale nella chiesa del Santuario di Greccio, padre Masimo Fusarelli è tornato nell’area che l’ha visto presente nei giorni più duri successivi al terremoto del 2016, vissuti insieme alla popolazione nel “convento di plastica” nella frazione amatriciana di Santa Giusta.

«La sua visita ha portato alla nostra mente una parte della Regola a noi molto cara, quella in cui si esortano i frati che vanno per il mondo, ad essere miti, pacifici, modesti, mansueti e umili, parlando a tutti, onestamente come conviene», racconta padre Carmelo Giannone, frate minore della provincia pugliese presente da qualche anno nella piccola comunità religiosa di Accumoli. «Sicuramente padre Massimo, senza volerlo, ha resuscitato in noi questo desiderio di condividere la stessa professione e la gioia di essere fratelli grazie all’esempio bellissimo che ci ha lasciato san Francesco».  

Un richiamo alla mitezza che è nel cuore della testimonianza di vita del Poverello, che nella Regola esorta alla pace come stile di vita dei frati. E di questa vita “non violenta” ha parlato padre Massimo con i frati di Accumoli, condividendo l’esperienza fatta visitando i frati nel mondo, compresi quelli che portano la propria testimonianza di fede in tante nazioni ancora lontane dal dono della pace.  

«Padre Massimo ha portato tra di noi proprio lo spirito che deve avere il frate quando va per il mondo – commenta padre Carmelo – la nostra fraternità ieri ha vissuto la gioia di incontrare un fratello e la sua visita ha portato nei nostri cuori la gioia di far parte di una grande famiglia che ha scelto il Vangelo come stile di vita».  

Lo spirito vissuto durante l’incontro di Accumoli è stato lo stesso con il quale san Francesco richiamava al senso del Natale nella notte del 25 dicembre 1223, quando a Greccio ha dato vita al primo presepe. Un atteggiamento di semplicità guidato dall’idea di un Dio che intende incontrare l’uomo facendosi carne come lui. 

«In questi luoghi che hanno vissuto la piaga del terremoto – nota padre Carmelo – la mitezza è un valore della ricostruzione se non la si intende solo come l’edificare con mattoni e cemento, ma con i valori umani, come comunità che sa vivere i valori evangelici secondo l’insegnamento di san Francesco. La visita del Ministro ci sprona a edificare le vite sull’essere fratelli, come il Dio che vuole diventare uomo ci ha insegnato».  

Amatrice e Accumoli presentano “Radici e Ali”: una Cooperativa di Comunità tra sociale, natura e cultura

Un patto tra generazioni, per il territorio, che vede vicini giovani e anziani, donne e uomini, famiglie e istituzioni. Iniziative per restituire ad Amatrice e Accumoli una dimensione sociale e culturale, messa in crisi dal terremoto. Progetti di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle aree interne, sostegno alle fasce fragili della popolazione, turismo, ambiente, collaborazione, processi partecipativi, comunità.

È in queste parole il senso della giornata di ieri, sabato 17 dicembre, quando la Cooperativa di Comunità “Radici e Ali Amatrice – Accumoli” ha presentato alla popolazione e alle rispettive amministrazioni il progetto per il quale è nata. Quattro le linee di azione proposte per la cultura, per il bando PNRR in partenariato con i Comuni di Accumoli, Posta, Cittareale, Borbona e Leonessa, con Amatrice capofila: la creazione e gestione di un Polo culturale e museale dedicato alla Transumanza, patrimonio Unesco, Civiltà del Cibo e storia locale; un ufficio informazioni e accoglienza turistica; il recupero e reimpiego di elementi architettonici e decorativi di interesse storico-culturale; il recupero funzionale di piccoli edifici rurali da destinare a “Stalle-Museo”. I temi del turismo sono declinati anche nel settore dell’ambiente, con un’azione di salvaguardia e promozione di itinerari lungo i sentieri e attraverso le meraviglie che il territorio possiede.

Attenzione anche al sociale, con i servizi alla comunità e alla persona: sostegno per gli anziani al fine di assecondare il mantenimento a domicilio della persona fragile, di garantire assistenza continuativa, di favorire una qualità della vita migliore possibile e relazioni interpersonali.

Ma le attività della neocostituita Cooperativa non sono rivolte solo al PNRR: il nuovo anno vedrà l’allestimento di un evento dal titolo “Amatrice e Accumoli Out Of The Windows”, un’iniziativa dell’Associazione Radici Accumolesi Odv, patrocinata da Laziocrea, che si colloca nel solco della memoria di luoghi, persone, paesaggi, sonorità, mai del tutto perduti. L’evento, di cui è stata data una breve anticipazione, è il primo progetto che la Cooperativa metterà in atto, per conto di Radici Accumolesi, ed è pensato anche nell’ottica di favorire le persone ipovedenti con apposite implementazioni condivise con il Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia.

Entusiasmo e voglia di guardare al futuro, perché – come ha detto il presidente Armando Nanni – “dopo tanti anni di presenza nei nostri paesi, avevamo voglia di fare qualcosa. E chi è un sognatore, questa voglia non l’abbandona mai”.