“Amatrice-Accumoli, out of the windows”: parte da Accumoli la mostra itinerante

La mostra itinerante “Amatrice-Accumoli, out of the windows“, organizzata da Radici Accumolesi ODV con il contributo della Regione Lazio e di Lazio Crea, apre i battenti il prossimo 14 febbraio ad Accumoli nella sala Accupoli: il 18 febbraio è previsto l’incontro con la popolazione alle ore 15,30 con la degustazione di prodotti tipici offerti da “Amatrice Terra Viva”. La mostra sarà aperta ad Accumoli fino al 19 febbraio (orari: sabato e domenica 11-18 lunedì-giovedì 15-17).

Ad Amatrice, con gli stessi orari, la mostra sarà aperta dal 21 al 26 febbraio presso i locali adiacenti l’Auditorium della Laga di Amatrice, mentre l’incontro con la popolazione e la degustazione dei prodotti tipici di Amatrice Terra Viva si svolgerà il 25 febbraio alle ore 15,30. Le inaugurazioni ad Accumoli e ad Amatrice saranno allietate da spettacoli bandistici a cura delle Bande Musicali di Amatrice e Accumoli.

«La mostra – spiegano i promotori – si propone diversi obiettivi: primo tra tutti è quello di promuovere il valore, le preziosità materiali e immateriali del territorio attraverso una visione insolita delle stesse, con una particolare attenzione alla memoria di luoghi devastati dal sisma del 2016. La realizzazione dell’iniziativa in tutte le sue parti ha coinvolto strettamente personale ed aziende locali».

L’esposizione, infatti, utilizza finestre recuperate dalle demolizioni seguite al terremoto, che forniranno una visione sulle due città. Out of the windows: una vista panoramica che sarà offerta al pubblico come se il fruitore si affacciasse alle finestre (salvate e restaurate per l’occasione) e potesse osservare le città così come si presentavano prima degli eventi catastrofici del 2016.

«Le immagini che costituiscono le visioni – proseguono gli organizzatori – sono state richieste alle rispettive comunità insediate nei Comuni di Amatrice e Accumoli, nel tentativo di dar vita a processi partecipativi, nonché alle rispettive amministrazioni comunali, ai fini di una interazione tra la popolazione e gli enti pubblici che le rappresentano più in prossimità».

Non solo le finestre per fissare immagini, suoni e parole, ma attraverso una narrazione pensata per l’occasione, il patrimonio materiale e immateriale che è andato in parte perduto con gli eventi sismici del 2016, di cui Amatrice e Accumoli sono le prime, grandi vittime, rivive anche nei cinque sensi con un corredo musicale e multimediale di accompagnamento sonoro all’evento, favorendo nel percorso anche le persone diversamente abili e svantaggiate grazie ad un servizio di assistenza per tutta la durata dell’iniziativa.

Il progetto è patrocinato dal Comune di Amatrice e dal Comune di Accumoli, con la collaborazione della Cooperativa di Comunità Radici & Ali (che ha fornito il know-how e le competenze per la realizzazione), l’Associazione Laga Insieme, l’Associazione Pro Retrosi, l’Istituto S.Alessio Margherita di Savoia, le Pro Loco di Accumoli ed Amatrice, l’impresa sociale Amatrice Terra Viva.

«Abbiamo sempre motivi di speranza»: la visita del vescovo Vito nei luoghi del terremoto

Condividere le gioie e le speranze, ma anche le tristezze e le angosce. Tra i Monti della Laga innevati il vescovo Vito si rivolge alla popolazione con semplicità e immediatezza nella sua prima visita nei luoghi del terremoto del 2016. Una visita annunciata già prima della sua ordinazione episcopale come a indicare un segno del cammino che intende percorrere con il popolo che gli è stato affidato: quello della massima vicinanza, di un destino condiviso, ma non subito. «La speranza deve sempre accompagnare ognuno di voi – dice durante la Messa celebrata nell’Auditorium di Amatrice – il vostro dolore da adesso è anche il mio, ma la speranza non deve mai finire: lo dobbiamo a quanti hanno perso la vita, ma anche a loro, ai bambini».

Lo spazio in cui si muove il nuovo vescovo di Rieti è incorniciato da abbracci, strette di mano, dalla ricerca degli occhi degli altri, ma non solo. Come indicato alla vigilia della sua ordinazione con il momento di raccoglimento a Greccio, il motore sotterraneo viene da un moto dell’anima, da un’esigenza spirituale profonda. E ad Accumoli e Amatrice lo si è visto dal concentrato momento di preghiera che ha voluto riservare solo per sé davanti ai monumenti ai caduti e nel mezzo delle macerie in zona rossa, rese ancora più irreali e stranianti dal considerevole strato di neve.

Nei due paesi distrutti dal terremoto il vescovo si è intrattenuto a lungo con le persone, cercando di conoscere, capire, accompagnare. «Abbiamo sempre motivi di speranza», ha spiegato, quasi facendo eco al saluto di mons Luigi Aquilini, che a nome della comunità ecclesiale ha indicato non tanto il dramma vissuto, ma la vitalità del territorio, la ricchezza delle sue tradizioni, la voglia di «risorgere e andare avanti, sostenuta da una grande fede».

Si avverte un grande bisogno di continuare a confidare nella Chiesa, che dal 24 agosto del 2016 non ha mai abbandonato il territorio, ma sempre fatto sentire la sua presenza, il suo accompagnamento. Una eredità che don Vito raccoglie «in punta di piedi», ma con un’attenzione già divenuta personale. E lo dimostra spiegando ai fedeli che il calice e la patena usati sono stati realizzati mettendo insieme il legno di un ulivo della sua Puglia con due pietre, una di Accumoli e l’altra di Amatrice.

Al termine della Messa, ad Amatrice, il superiore della Famiglia dei Discepoli di don Giovanni Minozzi, don Savino D’Amelio, ha introdotto il nuovo vescovo alla cifra spirituale di questo sacerdote amatriciano che tanto ha realizzato per l’Italia e per la stessa Amatrice. Sullo sfondo, la costruzione di Casa Futuro, dove prima del terremoto sorgevano i padiglioni dell’Opera per il Mezzogiorno d’Italia: un tassello importante dei progetti della ricostruzione che coinvolge direttamente la Chiesa di Rieti, con il cantiere visitato da don Vito al suo arrivo nel paese.

La mattinata si è chiusa con uno scambio di doni: da un lato la colletta dei fedeli della parrocchia dei Santi Medici di Bitonto consegnata alla parrocchia di Amatrice, dall’altro quelli al vescovo dei bambini del catechismo, dei rappresentanti della Caritas amatriciana e del parroco di Amatrice.

Nel primo pomeriggio, dopo la visita in zona Rossa accompagnato dai Carabinieri e da padre Carmelo Giannone, ad Accumoli, il vescovo è stato accolto dal suono della banda cittadina, che don Vito ha esortato a proseguire nel prezioso servizio della musica cercando di coinvolgere i giovani. Poi il saluto del parroco don Stanislao Puzio, che lo ha ringraziato riprendendo parole di speranza dal suo messaggio di auguri di Natale. Anche ad Accumoli, mons Piccinonna si è intrattenuto a lungo con la popolazione, con uno sguardo speciale per i più giovani: «Chiamatemi, quando vi sentirete soli o trascurati».

La storia di Accumoli e delle sue frazioni

Sabato 14 gennaio alle ore 10,30 presso la struttura di Accupoli, si terrà un evento conclusivo durante il quale saranno presentati alla comunità ed ai rappresentanti delle istituzioni presenti i risultati raggiunti nell’ambito del progetto “Accumoli 2030 per un’agricoltura etica e sostenibile”, ideato e coordinato dall’ODV Radici Accumolesi, e sostenuto dal cofinanziamento della Regione Lazio in risposta all’Avviso Comunità Solidali 2030.

Ad aprire l’evento, alle ore 10,30 saranno gli interventi del sindaco di Accumoli, Franca D’Angeli, e dell’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Claudio Di Berardino. Daniele Colitti della Sherpa coop relazionerà sulle attività realizzate e i risultati raggiunti attraverso il progetto, mentre la giornalista del TGR Lazio Isabella Di Chio presenterà il libro “La storia della Comunità Accumolese“, realizzato dall’Associazione e curato dal presidente Renzo Colucci, nell’ambito del progetto all’interno del percorso per la creazione della Mappa di Comunità, insieme a pannelli, copie cartacee della mappa e un video riportante le interviste realizzate, a corredo di un processo in continuo movimento.

Ad allietare la giornata i diversi collaboratori del progetto, dal Centro di Educazione Ambientale Casale Sherpa con laboratori per i più piccoli, alla Banda musicale di Accumoli, alla musica popolare con Canto a braccio e ciaramelle.
A conclusione dell’evento una degustazione dei prodotti tipici forniti da produttori locali e lavorati dai ragazzi e professori dell’Istituto Alberghiero di Rieti.

Il progetto ha avuto quale obiettivo la creazione di un nuovo e più equilibrato rapporto tra uomo ed ambiente, basato su un approccio etico e responsabile, capace di evidenziare l’agricoltura di montagna quale elemento strategico, non solamente economico ma soprattutto per la cultura che rappresenta, su cui ricostruire una Comunità sostenibile, solidale e responsabile.

Ricostruzione: nuova programmazione per le chiese, via alle delocalizzazioni

Approvato in Cabina di Coordinamento sisma 2016 un importante pacchetto di Ordinanze per accelerare la ricostruzione dei centri più colpiti, ed impegnare nuove risorse per la ricostruzione e riparazione degli edifici di culto danneggiati dal terremoto. La Cabina ha inoltre definito le nuove scadenze per la ricostruzione privata e pubblica, in accordo con il Dipartimento di Protezione civile per quanto riguarda i progetti dei beneficiari di Contributo di autonoma sistemazione e di Soluzioni abitative d’emergenza.

Le ordinanze speciali

Le Ordinanze emanate dal Commissario Straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, sulle quali si è trovata l’intesa dei sindaci e dei presidenti delle quattro regioni, riguardano le frazioni di Arquata del Tronto, Amatrice, Norcia ed un quartiere di Pioraco. Nella scorsa Cabina avevano ricevuto l’intesa anche le Ordinanze relative alle delocalizzazioni di Accumoli e al centro storico di Preci.

Le Ordinanze speciali individuano e finanziano interventi e procedure semplificata per le opere di ricostruzione pubblica più complesse, necessarie per un effettivo avvio della ricostruzione privata. Dopo un primo pacchetto di interventi in deroga che nell’ultimo anno hanno riguardato principalmente i centri storici più colpiti, ora che quegli stessi Comuni si sono dotati anche per le frazioni dei Piani straordinari di ricostruzione e dei Piani attuativi, si sono potute definire le relative Ordinanze speciali per accelerare gli interventi pubblici e dare così una prospettiva temporale chiara anche alla progettazione della ricostruzione privata.

Nella prossima Cabina di coordinamento saranno esaminati invece i testi relativi alle Ordinanze speciali di San Severino, Bolognola, Serravalle del Chienti e Campotosto, rinviate su richiesta delle Regioni interessate.

Con L’Ordinanza speciale, ad Accumoli si avvia finalmente il piano per la delocalizzazione delle frazioni di Libertino, San Giovanni, Fonte del Campo, Illica e alcuni edifici del Capoluogo, che non possono essere ricostruiti perché si trovano in aree a forte rischio idraulico e di frana, o in versanti instabili, se non in prossimità dei fossi e degli alvei. A definire le aree di atterraggio degli edifici delocalizzati è un’integrazione al Programma Straordinario di Ricostruzione di Accumoli e per la loro realizzazione vengono introdotte procedure molto semplificate e si ricorrerà al nuovo istituto del permesso edilizio convenzionato.

Ad Amatrice, con circa 68 milioni di euro, comprensivi dei 25 milioni dell’Ordinanza 129/2022, si finanziano gli interventi di eliminazione delle situazioni di dissesto, di ripristino e realizzazione dei sottoservizi e di ripristino della viabilità, delle infrastrutture e dei cimiteri nel capoluogo e in 35 frazioni, sempre a seguito della definizione del Psr da parte del Comune. Con 6 milioni si finanzia inoltre la nuova viabilità del centro storico. L’Ordinanza introduce due importanti novità. La prima è l’istituzione del Presidio di qualità della Ricostruzione, con il compito di verificare nell’ambito dello sviluppo della progettazione degli interventi di ricostruzione degli edifici pubblici e privati del centro storico di Amatrice il rispetto dei caratteri architettonici tipici o peculiari, la coerente riproposizione o reinterpretazione degli stessi e la definizione di tutti gli elementi concorrenti alla caratterizzazione delle facciate, fornendo indicazioni prescrittive e raccomandazioni. La seconda è la definizione del cronoprogramma per la ricostruzione del centro storico, con la possibilità per la Struttura commissariale di intervenire con poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto, garantisce ai cittadini una tempistica chiara anche per gli interventi privati.

Nuovo programma per la ricostruzione delle chiese

La Cabina ha raggiunto l’intesa anche sul nuovo elenco degli interventi di ricostruzione delle chiese danneggiate dal sisma. L’Ordinanza approvata oggi dispone la programmazione per 341 nuovi interventi, per un valore di 194 milioni di euro, tra cui 28 interventi, per un valore di 22 milioni, gestiti da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, e altri 313 interventi gestiti dalle Diocesi e Arcidiocesi delle quattro regioni. Altri 94 milioni di euro sono utili invece a integrare 91 progetti che avevano bisogno di ulteriori risorse a causa dell’aumento dei prezzi. In totale l’Ordinanza stanzia 286 milioni di euro. Gli interventi finanziati per le chiese salgono quindi a 1.246, e risultano così finanziate il 62% delle chiese danneggiate.

Le nuove scadenze

I cittadini beneficiari di Cas o Sae che ancora non abbiano provveduto, come già comunicato in occasione della Cabina del 20 dicembre, possono presentare fino a domani (31 dicembre) il progetto di ricostruzione in forma semplificata, da completare poi entro il 15 marzo 2023. Chi non è riuscito a rispettare il termine potrà presentare il progetto, ma solo in forma definitiva, entro il 31 gennaio 2023. Per tutti gli altri progetti la nuova scadenza è fissata al 31 dicembre 2023.

Con i frati ad Accumoli per riscoprire la mitezza del Natale

Gradita visita a sorpresa, ieri ad Accumoli, del Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori. In attesa di presiedere la Santa Messa della notte di Natale nella chiesa del Santuario di Greccio, padre Masimo Fusarelli è tornato nell’area che l’ha visto presente nei giorni più duri successivi al terremoto del 2016, vissuti insieme alla popolazione nel “convento di plastica” nella frazione amatriciana di Santa Giusta.

«La sua visita ha portato alla nostra mente una parte della Regola a noi molto cara, quella in cui si esortano i frati che vanno per il mondo, ad essere miti, pacifici, modesti, mansueti e umili, parlando a tutti, onestamente come conviene», racconta padre Carmelo Giannone, frate minore della provincia pugliese presente da qualche anno nella piccola comunità religiosa di Accumoli. «Sicuramente padre Massimo, senza volerlo, ha resuscitato in noi questo desiderio di condividere la stessa professione e la gioia di essere fratelli grazie all’esempio bellissimo che ci ha lasciato san Francesco».  

Un richiamo alla mitezza che è nel cuore della testimonianza di vita del Poverello, che nella Regola esorta alla pace come stile di vita dei frati. E di questa vita “non violenta” ha parlato padre Massimo con i frati di Accumoli, condividendo l’esperienza fatta visitando i frati nel mondo, compresi quelli che portano la propria testimonianza di fede in tante nazioni ancora lontane dal dono della pace.  

«Padre Massimo ha portato tra di noi proprio lo spirito che deve avere il frate quando va per il mondo – commenta padre Carmelo – la nostra fraternità ieri ha vissuto la gioia di incontrare un fratello e la sua visita ha portato nei nostri cuori la gioia di far parte di una grande famiglia che ha scelto il Vangelo come stile di vita».  

Lo spirito vissuto durante l’incontro di Accumoli è stato lo stesso con il quale san Francesco richiamava al senso del Natale nella notte del 25 dicembre 1223, quando a Greccio ha dato vita al primo presepe. Un atteggiamento di semplicità guidato dall’idea di un Dio che intende incontrare l’uomo facendosi carne come lui. 

«In questi luoghi che hanno vissuto la piaga del terremoto – nota padre Carmelo – la mitezza è un valore della ricostruzione se non la si intende solo come l’edificare con mattoni e cemento, ma con i valori umani, come comunità che sa vivere i valori evangelici secondo l’insegnamento di san Francesco. La visita del Ministro ci sprona a edificare le vite sull’essere fratelli, come il Dio che vuole diventare uomo ci ha insegnato».  

Amatrice e Accumoli presentano “Radici e Ali”: una Cooperativa di Comunità tra sociale, natura e cultura

Un patto tra generazioni, per il territorio, che vede vicini giovani e anziani, donne e uomini, famiglie e istituzioni. Iniziative per restituire ad Amatrice e Accumoli una dimensione sociale e culturale, messa in crisi dal terremoto. Progetti di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle aree interne, sostegno alle fasce fragili della popolazione, turismo, ambiente, collaborazione, processi partecipativi, comunità.

È in queste parole il senso della giornata di ieri, sabato 17 dicembre, quando la Cooperativa di Comunità “Radici e Ali Amatrice – Accumoli” ha presentato alla popolazione e alle rispettive amministrazioni il progetto per il quale è nata. Quattro le linee di azione proposte per la cultura, per il bando PNRR in partenariato con i Comuni di Accumoli, Posta, Cittareale, Borbona e Leonessa, con Amatrice capofila: la creazione e gestione di un Polo culturale e museale dedicato alla Transumanza, patrimonio Unesco, Civiltà del Cibo e storia locale; un ufficio informazioni e accoglienza turistica; il recupero e reimpiego di elementi architettonici e decorativi di interesse storico-culturale; il recupero funzionale di piccoli edifici rurali da destinare a “Stalle-Museo”. I temi del turismo sono declinati anche nel settore dell’ambiente, con un’azione di salvaguardia e promozione di itinerari lungo i sentieri e attraverso le meraviglie che il territorio possiede.

Attenzione anche al sociale, con i servizi alla comunità e alla persona: sostegno per gli anziani al fine di assecondare il mantenimento a domicilio della persona fragile, di garantire assistenza continuativa, di favorire una qualità della vita migliore possibile e relazioni interpersonali.

Ma le attività della neocostituita Cooperativa non sono rivolte solo al PNRR: il nuovo anno vedrà l’allestimento di un evento dal titolo “Amatrice e Accumoli Out Of The Windows”, un’iniziativa dell’Associazione Radici Accumolesi Odv, patrocinata da Laziocrea, che si colloca nel solco della memoria di luoghi, persone, paesaggi, sonorità, mai del tutto perduti. L’evento, di cui è stata data una breve anticipazione, è il primo progetto che la Cooperativa metterà in atto, per conto di Radici Accumolesi, ed è pensato anche nell’ottica di favorire le persone ipovedenti con apposite implementazioni condivise con il Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia.

Entusiasmo e voglia di guardare al futuro, perché – come ha detto il presidente Armando Nanni – “dopo tanti anni di presenza nei nostri paesi, avevamo voglia di fare qualcosa. E chi è un sognatore, questa voglia non l’abbandona mai”.

Radici e Ali, la cooperativa di comunità di Accumoli e Amatrice si presenta

Un esperimento socioeconomico nei comuni del sisma 2016. Si chiama “Radici e Ali” la Cooperativa di Comunità fondata da cittadini di Accumoli e Amatrice, sostenuta da due associazioni territoriali, “Radici Accumolesi” e “Laga Insieme Onlus”, e supportata da Legacoop Lazio.

Il 17 dicembre alle ore 10,30 presso l’Auditorium della Laga di Amatrice, la Cooperativa incontrerà i cittadini per condividere tutti insieme le attività da svolgere per il territorio. L’evento sarà moderato dalla giornalista e conduttrice di Tgr Lazio Isabella Di Chio.

L’obiettivo del neonato soggetto imprenditoriale è quello di dare vita – in sinergia con le istituzioni locali – a un patto intergenerazionale che riconsegni ai giovani i territori dove sono nati, contrastando lo spopolamento attraverso lo sviluppo di progettualità tese a rivitalizzare un’economia locale che ancora oggi, a oltre sei anni dal terremoto, deve fare i conti con la lentezza della ricostruzione privata.

I fondatori della Cooperativa, che si è ufficialmente costituita lo scorso 4 novembre, hanno scelto il primo presidente: si tratta di Armando Nanni, ambientalista, appassionato escursionista, dedito da sempre al sociale.

«Abbiamo voluto siglare un patto tra generazioni e tra le diverse anime della comunità – dice Nanni – per sostenere la riterritorializzazione attraverso la valorizzazione delle straordinarie risorse che questi luoghi possiedono in termini naturalistici e culturali: basti pensare ai due beni patrimonio Unesco di cui siamo – per la nostra quota parte – custodi, quali la Transumanza e i muretti a secco, ma anche ai tanti edifici di culto e dell’architettura rurale disseminati in queste zone, elementi fortemente identitari che intendiamo proteggere e valorizzare. Ma Radici e Ali – continua – si occuperà anche di sociale, conservando le attività già in essere come quella di assistenza agli anziani. Il tutto, in sinergia con le istituzioni locali: abbiamo avviato infatti un dialogo molto produttivo con le Amministrazioni dei due Comuni».

La neonata Cooperativa ha già presentato diverse proposte progettuali all’interno dei bandi della misura 2.2 del Fondo complementare aree sisma del PNRR. Radici e Ali è parte integrante del partenariato che coinvolge i Comuni di Accumoli, Borbona, Cittareale, Leonessa, Posta e di cui Amatrice è capofila. Il partenariato pubblico-privato, costituito grazie al lavoro di Legacoop Lazio, coinvolge altre cooperative e associazioni del territorio.

L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook Amatrice News.

Prevenzione di furti e truffe: i Carabinieri di Accumoli al fianco dei più anziani

Il fenomeno dei furti e delle truffe perpetrati soprattutto in danno dei cittadini più anziani, ha reso necessaria una serie di incontri che gli uomini dell’Arma dei Carabinieri stanno promuovendo su tutto il territorio della provincia di Rieti, fornendo informazioni sulle tecniche più diffuse e sui comportamenti da tenere per essere vittime delle truffe.

Nell’ambito della campagna organizzata dal Comando Provinciale di Rieti, i Carabinieri della Stazione di Accumoli hanno incontrato la popolazione preso la chiesa – Centro di Comunità Santi Pietro e Lorenzo e presso il centro Caritas del villaggio SAE di Grisciano, fornendo informazioni su come riconoscere i truffatori che, pur cambiando ogni volta strategia, cercano sempre di carpire la fiducia delle persone, specialmente le più fragili, per entrare in casa e sottrarre o farsi consegnare oggetti di valore e denaro.

Il Brigadiere Romano Angelini, Vice Comandante della Stazione, accompagnato da frate Carmelo Giannone, anche tramite la distribuzione di un depliant illustrativo, ha rivolto un appello semplice ma efficace: rivolgersi immediatamente alla Stazione Carabinieri del proprio paese, al numero 112 ovvero ad un vicino di casa o parente in grado di farlo, segnalando ogni forma di richiesta di denaro da chiunque venga effettuata e per qualsiasi motivo.

Il progetto non si rivolge solo agli anziani, ma a tutta la cittadinanza attiva della comunità, che si deve stringere nella protezione delle persone più fragili, trasformandosi in una collettività consapevole ed attenta a questi fenomeni.

I truffatori sono veri e propri sciacalli che, approfittando dell’apprensione creata con i loro falsi racconti, sottraggono denaro ovvero altri valori a persone particolarmente vulnerabili.

Per scongiurare tali raggiri è quindi necessario non aprire mai la porta agli sconosciuti e comunque mai consegnare denaro (in contante ovvero in altre forme) né altri valori a chicchessia.

I Carabinieri invitano i cittadini a:

  • diffidare di telefonate sospette e soprattutto di sconosciuti che si presentano alla porta, anche se preavvisati;
  • chiamare immediatamente le forze dell’ordine tramite il numero unico di emergenza 112;
  • memorizzare dettagli e particolari che potrebbero essere fondamentali per la successiva identificazione dei presunti truffatori (abbigliamento, tratti somatici, tatuaggi, accessori indossati, automezzi e relative targhe, ecc.).

Al riguardo il Comando Provinciale dei Carabinieri di Rieti ha diffuso, tramite le Stazioni Carabinieri di tutta la provincia e grazie anche alla disponibilità e alla collaborazione di tutte le amministrazioni comunali, un volantino contenente consigli e suggerimenti.

Il documento può essere richiesto e consultato presso ogni Comando Arma della Provincia.

Amatrice e Accumoli: riparte il recupero delle opere, si cercano restauratori

A pochi mesi dalla conclusione della grande mostra dedicata all’arte sacra di Amatrice e Accumoli recuperata dopo il sisma del 2016, la Fondazione Varrone rilancia l’attività di restauro e valorizzazione delle opere d’arte dei due comuni più colpiti dal terremoto. Primo atto, la ricerca di restauratori abilitati residenti o domiciliati nella provincia di Rieti a cui affidare il nuovo nucleo di opere individuate dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti.

L’avviso è consultabile sul sito www.fondazionevarrone.it e sarà aperto fino al 26 ottobre 2022. La selezione è riservata a restauratori abilitati nel settore 3 (manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile), residenti o domiciliati nella provincia di Rieti da almeno 12 mesi, che abbiano in provincia di Rieti la sede operativa dell’attività e che possano eseguire gli interventi di restauro presso propri laboratori. Gli interessati possono inviare il proprio curriculum vitae – esclusivamente per email – all’indirizzo fondazione@fondazionevarrone.it entro e non oltre le ore 24 di mercoledì 26 ottobre.

Le opere d’arte che verranno sottoposte a restauro sono in gran parte custodite nei depositi temporanei di Cittaducale e Rieti e rappresentano il secondo blocco di “beni mobili” affidato dalla Soprintendenza alla Fondazione per accelerarne il recupero e la valorizzazione, così da garantire al processo di ricostruzione in atto il necessario aggancio alla memoria storica e artistica delle comunità di Amatrice e Accumoli. Un’attività intrapresa dalla Fondazione nel maggio 2019 sulla base dell’accordo quadro sottoscritto con Soprintendenze e Comuni interessati e con la Chiesa di Rieti.

Presidi di legalità: ecco la stazione dei Carabinieri di Accumoli

L’Arma dei Carabinieri ha, da sempre, il suo fondamento nelle Stazioni che, con la loro diffusione capillare, esaltano il servizio di prossimità sul territorio, interpretandone le esigenze e i bisogni di sicurezza e legalità.

Nel territorio interessato dal grave sisma che, nel 2016, ha colpito il Centro Italia, nel cuore dell’area del “cratere”, con grande abnegazione e spirito di sacrificio, continua ad operare senza sosta anche la Stazione Carabinieri di Accumoli, comandata dal Luogotenente Andrea Aquilani, coadiuvato dai suoi collaboratori Brigadiere Romano Angelini, Appuntato Scelto Q.S. Gianfranco Cutuli e il giovane Carabiniere Agostino Mattia.

Il reparto, costituito in Accumoli nella prima decade del secolo scorso e storicamente ubicato a ridosso dell’accesso al centro del paese, è oggi operativo in soluzioni abitative emergenziali presenti in un’area attrezzata, lungo la SS 4 Salaria, e, nonostante le difficoltà logistiche, continua a fornire una costante assistenza alla popolazione locale, nonché efficaci diuturni servizi di prevenzione generale, garantendo, al fianco dell’Amministrazione Comunale, la rassicurante presenza dello Stato nel Comune di Accumoli e nelle sue 17 frazioni, tutte gravemente martoriate dal sisma.

Il Comando è ubicato in S.S. 4 Salaria Km 141. Tel. 0746/80887

p.e.c.: tri28848@pec.carabinieri.it. Orari di ricezione del pubblico:

 

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