Legalità e sicurezza nei cantieri, incontro del Commissario Castelli con i sindacati

«Il tema della legalità e della sicurezza dei lavoratori nei cantieri sono centrali nel processo di ricostruzione dell’Appennino centrale. È su questi temi che mi sono confrontato ieri con i rappresentanti nazionali delle principali organizzazioni sindacali del settore, FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil»: lo afferma in una nota Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione del Sisma 2016.

«Nel corso dell’incontro sono emerse utili proposte di carattere operativo, finalizzate ad articolare a garantire l’omogeneità dei dati e il loro interscambio, premessa indispensabile per garantire un’efficace attività di monitoraggio e controllo sui cantieri operanti nelle aree del sisma. Altro argomento all’ordine del giorno è stata l’attuazione dei protocolli di legalità. Quelle affrontate sono questioni rispetto alle quali intendo incontrare anche i rappresentanti delle imprese edili, al fine di raccogliere tutti i pareri utili nell’ottica della massima condivisione. Il rispetto della legalità e la tutela delle persone sono priorità rispetto alle quale c’è bisogno di un costante aggiornamento e prestata la massima attenzione, mantenendo la guardia alta».

Soddisfazione anche dei segretari nazionali Feneal-Filca-Fillea: Francesco Sannino, Cristina Raghitta, Graziano Gorla in particolare sulla «disponibilità del Commissario Straordinario a rispettare tutti i Protocolli sottoscritti da noi finora per la sicurezza e la qualità del lavoro nei cantieri del sisma. Dai prossimi incontri inizieremo a delineare il nuovo protocollo per i cantieri pubblici della ricostruzione pesante a partire da trasparenza legalità e sicurezza. Inoltre apprezziamo l’impegno del commissario a risolvere le criticità relative a problematiche legate ai precedenti protocolli come badge di cantiere e settimanale. Il rispetto delle previsioni dei protocolli, emanazioni dell’attività del Tavolo di Missione istituito presso il ministero dell’Interno, è un passaggio fondamentale per garantire qualità e legalità nell’esecuzioni dei lavori. Importante anche – proseguono i sindacati – che il sistema di scambio dei dati tra gli enti bilaterali delle parti sociali edili e le strutture pubbliche sia il più efficace possibile, in un’ottica di trasparenza e garanzia sulla spesa pubblica e sul costruito. Ci auguriamo una prosecuzione dell’interlocuzione al fine di adeguare e migliorare i sistemi messi in campo».

Sisma 2016, avanti il primo Psr intercomunale del cratere

Oggi mercoledì 3 maggio il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli ha partecipato presso la sede del Comune di Posta, alla presentazione della prima fase del Piano straordinario di ricostruzione intercomunale, che coinvolge anche i comuni di Borbona e Leonessa nel Lazio.

Con lui i sindaci Maria Antonietta Di Gaspare (Borbona), Gianluca Gizzi (Leonessa) e Achille Pacifici (Posta), l’assessore regionale e alla Ricostruzione Manuela Rinaldi.

Questo Psr è attualmente l’unico di natura intercomunale nel cratere del Centro Italia ed è nato dalla volontà dei tre Comuni di cogliere l’opportunità della ricostruzione per migliorare i servizi e le prospettive dei loro territori, superando i meri confini amministrativi e coinvolgendo fin dal primo momento le comunità in un’ottica di partecipazione e di coprogettazione.

«L’abbraccio di queste tre comunità ha un alto valore, sia ideale che operativo. Il Psr di Borbona, Leonessa e Posta è un esempio concreto dell’importanza di coinvolgere le comunità locali nei processi di ricostruzione e sviluppo dichiara il Commissario Castelli . L’ascolto delle comunità, mediato da professionisti che consentono una migliore sintesi al servizio delle programmazioni comunali e intercomunali, consente di migliorare e valorizzare il processo di ricostruzione. Una fase che, come giustamente rilevato anche dall’egregio lavoro presentato oggi, deve necessariamente coordinarsi con le opportunità del Pnrr, del Piano nazionale complementare sisma e con la programmazione europea».

Il gruppo di progettazione, guidato dall’architetto e urbanista Francesco Nigro, è affiancato dalle società di consulenza tecnica Smart Land, che si occupa degli studi socioeconomici e dei processi di valorizzazione e sviluppo territoriale e sostenibile, e MeltinPro, che si occupa dei percorsi partecipati di rigenerazione territoriale, urbana, sociale e di comunità. Sul fronte degli studi storici l’analisi è condotta invece dal docente di UniRoma3 Michele Zampilli.

La prima fase del lavoro ha riguardato unattenta analisi del territorio. Sono dunque emersi tre macro-obiettivi strategici: prevenire e ridurre i rischi; favorire nuove forme di residenzialità; creare nuove opportunità di sviluppo.

Da qui, oltre a considerazioni specifiche per i tre capoluoghi, sono state elaborate sei linee di indirizzo comuni basate su altrettanti capisaldi, che rappresenteranno la base della seconda fase del Psr, dove saranno definite azioni e politiche puntuali in base alle strategie individuate: la comunità, caratterizzata in questi territori da un policentrismo identitario, arricchito dalla presenza di numerose frazioni; il biodistretto, che può rafforzarsi grazie anche ai servizi ecosistemici, quali l’agricoltura e la selvicoltura, per rendere produttive le eccellenze legate alla natura; una migliore gestione di acqua ed energia, con il rafforzamento della Comunità energetica; il paesaggio, in quanto possibile scenario dei tanti turismi, soprattutto legati a cammini e fruizione lenta, che attraversano il territorio; la salubrità e il benessere, pensando a servizi in condivisione tra i tre Comuni, riguardanti la formazione, la salute e lo sport; e infine la prevenzione e la sicurezza, lavorando a specifiche misure per ridurre la fragilità del territorio, migliorare l’accessibilità e strutturare i presidi operativi e strategici in caso di emergenza

Sisma 2016, Castelli: «Riaperti i termini del Cas, è risposta a necessità cittadini»

«Dal 17 aprile sono riaperti, per 20 giorni, i termini per i cittadini che avevano diritto al Cas o alla Sae ma non erano riusciti a comunicare i requisiti alla data del 15 ottobre 2022. La riapertura, che avrà termine il giorno 8 di maggio, dà una risposta all’appello di tanti sindaci del cratere che mi avevano chiesto di riaprire i termini per quei cittadini, in particolare anziani e soggetti fragili, che avevano avuto problemi a registrarsi telematicamente alla piattaforma che aveva sostituito la pratica cartacea. Questa soluzione è di grande importanza, in considerazione del fatto che abbiamo ancora oltre 13mila famiglie assistite, che beneficiano del Cas o risiedono in Sae e abitazioni provvisorie. I nuclei familiari assistiti sono 2.376 in Abruzzo, 1.186 nel Lazio, 8.619 nelle Marche e 1.696 in Umbria». Lo dichiara il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli.

La decisione di riaprire i termini era stata anticipata dalla Cabina di coordinamento sisma 2016 dello scorso 22 marzo ed è diventata operativa dopo la pubblicazione dell’Ordinanza di Protezione civile n. 979/2023 in Gazzetta Ufficiale.

Contestualmente Invitalia ha riaperto la piattaforma online (consultabile a questo link: https://appsem.invitalia.it) dove sarà possibile presentare la dichiarazione.

Il pagamento del Cas, che nel frattempo era stato sospeso, comprenderà anche gli arretrati non corrisposti dal 15 ottobre.

Superbonus e cessione del credito nell’area del sisma, Castelli: «Impegno mantenuto»

«Sul Superbonus e la cessione del credito nell’area del cratere del Sisma 2016 esprimo sincera soddisfazione: l’impegno preso è stato mantenuto». Lo dichiara Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Rigenerazione e Ricostruzione Sisma 2016.

«L’emendamento che garantisce fino al 2025 la cessione nel credito e lo sconto in fattura per gli interventi di ricostruzione che hanno usufruito del 110% per le lavorazioni non coperte da contributo sisma, è stato approvato dalla Commissione Finanze della Camera. Fin dal primo giorno avevo dato la massima attenzione al tema, affinchè conseguissimo un risultato fondamentale per la ricostruzione del Centro Italia», spiega Castelli.

«Ringrazio il Governo e la maggioranza per lo sforzo compiuto che, insieme alle altre misure già varate per l’area del cratere, renderà possibile passare finalmente dalle norme ai cantieri e restituire alle migliaia di cittadini dell’Appennino centrale le loro case e le loro attività in condizioni di sicurezza. Il mantenimento della cessione del credito d’imposta e dello sconto in fattura nel solo cratere sismico stimolerà le imprese a lavorare nel grande cantiere della ricostruzione. Il 110% abbinata alla ricostruzione è una necessità assoluta, che consentirà di rafforzare la sicurezza degli edifici e di renderli anche sostenibili sotto profilo energetico e ambientale», conclude il commissario.

Soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento che consente alle comunità del centro Italia colpite dai terremoti di continuare a poter ricorrere alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i lavori sugli immobili danneggiati dal sisma, anche da parte dell’onorevole Paolo Trancassini: «Si tratta di agevolazioni fondamentali per la ripartenza di quei territori che consentono di realizzare gli interventi di ristrutturazione, di efficientamento energetico e di messa in sicurezza antisismica, solo per citarne alcuni. Un altro passo in avanti determinante per accelerare il percorso di ricostruzione delle aree interne del cratere e il rilancio economico di quei territori».

«Durante i lavori – prosegue il deputato di Fratelli d’Italia – abbiamo approvato le deroghe allo stop sulle cessioni dei crediti e dello sconto in fattura dei lavori per le Iacp, per le Onlus e per tutte le altre associazioni del Terzo settore. Il Parlamento sostiene il lavoro del Governo Meloni che dimostra, ancora una volta, la sua attenzione e il suo massimo impegno per dare certezze e risposte a migliaia di famiglie e imprese tutelando anche i conti pubblici della nostra Nazione».

Foto di Ralph da Pixabay

Commissario Castelli, sbloccato il piano ricostruzione per 228 scuole

Sbloccato il piano per la ricostruzione delle 228 scuole che hanno aderito agli Accordi quadro del Piano straordinario di ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto del 2016. Gli interventi su edifici soggetti a tutela sono 47, mentre gli edifici non vincolati sono 181. In totale il valore degli interventi è pari a 899 milioni di euro, di cui 643 milioni per i lavori, così ripartiti a livello regionale: 201 milioni in Abruzzo per 48 scuole; 93 milioni nel Lazio per 31 scuole; 319 milioni nelle Marche per 91 scuole; 284 milioni in Umbria per 58 scuole.

La notizia è stata data durante una riunione in videoconferenza a cui hanno preso parte il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli e i 72 soggetti attuatori. Imprese e professionisti che avevano risposto alla gara, gestita dalla centrale di committenza Invitalia, per la formazione degli elenchi ora potranno essere reclutati dai soggetti attuatori (Comuni e altri enti proprietari delle scuole) per le diverse fasi della ricostruzione: dalla progettazione al collaudo.

«Le scuole e il grande servizio che garantiscono per le famiglie e le comunità locali svolgono una funzione fondamentale anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento, che contraddistingue le aree interne e in particolare i territori dell’Appennino centrale. Per questo interventi di questo tipo hanno un valore ulteriore nell’area colpita dal sisma ha detto il Commissario Castelli, salutando i partecipanti alla riu- nione L’obiettivo di tutti noi è fare presto e bene e questo significa anche assistere al meglio i Comuni e gli enti proprietari delle scuole nel delicato passaggio dai progetti ai cantieri veri e propri. Grazie al supporto di Invitalia, anche in fase di attuazione, sarà possibile la migliore e più veloce realizzazione degli interventi. Oggi finalmente i soggetti attuatori saranno in grado di attivare i servizi di progettazione e di procedere verso la cantierizzazione».

Per le scuole si rende possibile ora la partenza delle progettazioni mentre, per quelle che erano già dotate di progetto, potranno partire gli affidamenti dei lavori. Gli Accordi Quadro aggiudicati sono due, su 43 aree territoriali e articolati in 4 Sub lotti prestazionali: servizi tecnici, verifica, lavori e collaudo. Gli operatori economici che hanno partecipato alla gara sono stati 533 (227 per gli edifici vincolati e 306 per quelli non vincolati), per un totale di 165 offerte economiche. Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure e i prossimi interventi, che consentiranno di passare dagli Accordi quadro ai contratti specifici per ciascun edificio scolastico. I soggetti attuatori avranno a disposizione il supporto della Struttura commissariale in tutte le fasi della procedura.

Lazio, assessore Rinaldi: «La ricostruzione sarà la priorità del mio mandato»

«Sono orgogliosa di iniziare questo percorso straordinario al fianco del presidente Rocca e alla sua squadra. Le deleghe che mi sono state affidate, i Lavori pubblici, le Politiche di Ricostruzione, la Viabilità e le Infrastrutture sono fondamentali e strategiche per la rinascita e il rilancio dei comuni delle aree interne del Lazio, uno degli obiettivi principali del mio mandato. Metterò tutte le mie competenze al servizio dei cittadini e lavorerò ogni giorno con determinazione e senza sosta, ascoltando le istanze dei nostri territori e delle loro comunità. Sarò un punto di riferimento per tutti i Comuni e gli amministratori dell’area del cratere che sono stati abbandonati in questi anni e che attendono risposte fondamentali dopo il sisma che li ha colpiti. Oltre a quello della Ricostruzione nel mio mandato sarà centrale anche il tema dei Lavori Pubblici, della viabilità e delle Infrastrutture: occorre avviare importanti progetti per potenziare i collegamenti dei nostri territori e migliorare così la mobilità di tutti i cittadini che vivono e lavorano nella nostra Regione aumentandone così l’attrattività e la competitività».

Lo dichiara in una nota il nuovo assessore ai Lavori pubblici, alle Politiche di Ricostruzione, alla Viabilità e alle Infrastrutture della Regione Lazio, Manuela Rinaldi.

 

Foto da Il Messaggero.it

Sisma 2016: con il decreto ricostruzione nasce un nuovo modello

Ricostruzione e riparazione si saldano, diventando le due direttrici principali di azione per gli interventi nell’area del Cratere del sisma 2016, con l’obiettivo di fare dei territori dell’Appennino centrale colpiti dal terremoto un nuovo modello di sviluppo.

L’avvio di questo nuovo percorso è stato reso possibile dall’approvazione in via definitiva il 7 marzo, da parte della Camera dei deputati, del Decreto ricostruzione. Un provvedimento indispensabile per le zone terremotate, che contiene norme a lungo attese da amministrazioni locali e operatori economici, la cui finalità è stata anche quella di formalizzare la doppia funzione del Commissario: oltre a essere il promotore della ricostruzione fisica, diventa anche il soggetto delegato alla riparazione (intesa come rigenerazione socioeconomica) dei territori colpiti dal sisma del 2016.

Nel Decreto ricostruzione sono state varate misure particolarmente importanti, a lungo attese, come quella relativa alla stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione e altre azioni, volte alla semplificazione amministrativa. Inoltre, al fine di rafforzare l’aggregazione delle comunità locali, è stata introdotta la norma che deroga stabilmente al numero minimo degli alunni che sono richiesti per la formazione delle classi fino all’anno 20282029.

Infine, il Decreto è intervenuto su alcuni meccanismi della ricostruzione delle attività economiche, come l’anticipazione dell’IVA per gli immobili destinati alle attività
produttive
. L’approvazione del Dl ricostruzione è anche propedeutica all’avvio di un’interlocuzione tra la Struttura Commissariale e quei dicasteri che abbiano specifiche competenze in materia di sviluppo e ripresa economica, al fine di avviare la promozione di iniziative volte alla rigenerazione nei territori dell’Appennino centrale.

«Si parte a spron battuto nell’opera di ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia. Al Commissario Guido Castelli spetterà anche l’opera di risanamento, in termini socioeconomici. Abbiamo concordato che entro un decennio spiega il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci possa esaurirsi l’opera di ricostruzione con fondi pubblici, anche perché una attività celere e concreta scongiura il pericolo della sfiducia degli abitanti dei centri colpiti e quindi dello spopolamento e dell’abbandono dei territori. Al tempo stesso stiamo lavorando per predisporre un disegno di legge più articolato sulla ricostruzione post calamità che prevederà, fra le altre cose, un termine ultimo di nove anni per il completamento dei lavori. Non è possibile conclude il ministro che in Italia le macerie debbano restare al loro posto anche per cinquant’anni».

Il Commissario Castelli ha sottolineato: «Con il Decreto ricostruzione il Governo, in sinergia con la Struttura commissariale e il Parlamento, è andato a risolvere problemi di cui da tempo i territori colpiti dal sisma del 2016 chiedevano la soluzione. Un provvedimento inequivocabilmente dalla parte dei cittadini colpiti dal terremoto e dell’Appennino centrale. Il doppio ruolo del Commissario, incaricato sia della ricostruzione che della riparazione, è una intuizione del Governo Meloni che ha guidato la stesura degli emendamenti e i vari interventi migliorativi, componendo un provvedimento organico. Il DL è stato un passaggio indispensabile per avviare un sistema di interventi tesi a garantire la ripresa dell’Appennino centrale. Lavorando insieme al ministro Musumeci ha concluso Castelli sono certo che riusciremo a realizzare quella fase attuativa della ricostruzione che ci consentirà di passare dalle norme ai cantieri».

La ricostruzione del Centro Italia sconta un rallentamento causato anche da una congiuntura particolarmente critica che ha connotato gli ultimi anni. Dei 27 miliardi di stima complessiva di costo per i soli interventi privati, ne sono stati liquidati 2,7 per l’avanzamento effettivo dei lavori. Tenendo insieme la semplificazione delle procedure, la tutela dei servizi, il sostegno al tessuto economico e la definizione di un coordinamento ulteriore tra Governo e Struttura commissariale, si va a intervenire sull’articolato assetto della ricostruzione, che deve tener conto soprattutto del benessere e dello sviluppo delle comunità locali. Si gettano così le fondamenta per un modello di intervento per le aree interne che, d‘intesa con le Regioni, i comuni, e attraverso l’ascolto costante dei territori secondo una logica di governance multilivello, potrà essere promosso anche nel resto d’Italia.

Da CEB e CDP ulteriori 350 milioni di euro per la ricostruzione delle aree terremotate del Centro Italia

Si rafforza l’impegno della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) e di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a favore del rilancio e della ricostruzione nei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, gravemente colpiti dal sisma nel 2016 e nel 2017.

Un nuovo accordo perulteriori 350 milioni di finanziamenti è stato sottoscritto nella sede di Cassa dall’Amministratore Delegato di CDP, Dario Scannapieco, e dal Governatore della CEB, Carlo Monticelli. L’obiettivo è quello didestinare nuove risorse alle comunità dell’Appennino colpite dal sisma e di sostenere la ricostruzione di edifici privati o ad uso produttivo danneggiati dal terremoto.

A seguito del completo utilizzo da parte di CDP del precedente finanziamento da 350 milioni mobilitato dalla CEB nel 2018, la Banca ha messo a disposizione di CDP nuove risorse per ulteriori 350 milioni da destinare al finanziamento della ricostruzione. I fondi impegnati da CDP, grazie alle migliori condizioni di raccolta sui mercati internazionali in termini di tassi di interesse, consentiranno allo Stato italiano un sensibile risparmio finanziario nell’arco dei 25 anni di durata del finanziamento.

Queste risorse confluiranno nel Plafond Sisma Centro Italia di CDP e saranno veicolate, attraverso le banche convenzionate, a famiglie e imprese dei territori, sulla base dello stato di avanzamento degli interventi di ricostruzione ammessi alle agevolazioni. Gli oneri di rimborso dei finanziamenti sono a carico dello Stato mediante un meccanismo che prevede il riconoscimento, a favore dei beneficiari, di un credito di imposta che sarà ceduto alle banche convenzionate e che le stesse utilizzeranno in compensazione dei propri debiti fiscali. L’importo del credito d’imposta è pari alle rate dovute (quota capitale e quota interessi).

A seguito della sottoscrizione del contratto di finanziamento tra CEB e CDP, il Governatore della CEB, Carlo Monticelli e il Commissario Straordinario Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli hanno firmato un accordo parallelo per garantire il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti sostenuti dalla CEB.

«Con questo nuovo accordo CEB conferma il proprio sostegno ai più vulnerabili. L’impegno della Banca nell’essere a fianco delle istituzioni italiane per rispondere a situazioni di emergenza, come quelle dei disastrosi terremoti che hanno colpito il Centro Italia nel 2016-2017, ha consentito a migliaia di persone di poter rientrare nelle proprie case e di riprendere le proprie attività produttive in aree a rischio di spopolamento. Si è inoltre già tradotto in un risparmio per lo Stato pari a oltre 30 milioni di euro. Questo nuovo finanziamento contribuirà ulteriormente a questi importanti obiettivi», ha enfatizzato Carlo Monticelli, Governatore della CEB.

«Con l’accordo firmato oggi si arricchiscono ulteriormente le risorse che Cassa Depositi e Prestiti mette a disposizione dei territori colpiti dal sisma nel 2016 e 2017. Grazie alle sinergie con le Istituzioni Europee, come la CEB, e alla solida collaborazione con il Commissario Straordinario, il nostro istituto ha già mobilitato circa tre miliardi a favore di famiglie e imprese in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, confermando il proprio impegno per la ricostruzione, con particolare attenzione verso il miglioramento della qualità delle abitazioni e dei siti produttivi. Come CDP continueremo a lavorare costantemente per contribuire allo sviluppo del Paese e generare un impatto positivo sui territori. Questo è il nostro modo di guardare al futuro con senso di responsabilità», ha dichiarato l’Amministratore Delegato di CDP, Dario Scannapieco.

«Per il Centro Italia colpito dal sisma il sostegno di enti quali CEB e CDP rappresenta un segnale concreto e fattivo, nel complesso percorso per ricostruire case e attività produttive, della vicinanza nazionale e internazionale alla causa del cratere 2016. Un impegno che ci esorta ad essere ancora più tempestivi nel trovare e applicare le formule migliori per attuare pienamente la ricostruzione, anche attraverso quelle procedure in grado di semplificare e migliorare la messa a terra delle risorse. La qualità degli edifici ricostruiti dipenderà anche dalla capacità finanziaria di sostenere le innovazioni necessarie per garantire i massimi livelli di sicurezza sismica e di efficienza energetica», ha dichiarato Guido Castelli, Commissario Straordinario Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016.

 

Istituita nel 1956, la CEB (Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa) conta 42 Stati membri, inclusi ventidue paesi dell’Europa centrale, orientale e sudorientale, che costituiscono i paesi target della Banca. Quale importante strumento della politica di solidarietà in Europa, la Banca finanzia progetti sociali mettendo a disposizione le risorse raccolte sui marcati finanziari internazionali a condizioni che riflettono la qualità del suo rating (Aa1 con Moody’s, valutazione in corso per l’upgrade, AAA con Standard & Poor’s, outlook stabile, AA+ con Fitch Ratings, outlook positivo e AAA con Scope Ratings, outlook stabile).

La CEB concede quindi prestiti ai suoi Stati membri, nonché alle istituzioni finanziarie e alle autorità locali degli stessi per il finanziamento di progetti nel settore sociale, conformemente al suo statuto.

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è l’Istituto Nazionale di Promozione che sostiene l’economia italiana dal 1850. Con la sua attività è impegnata ad accelerare lo sviluppo industriale e infrastrutturale del Paese, al fine di contribuire alla sua crescita economica e sociale. CDP pone al centro della propria attività lo sviluppo sostenibile dei territori, oltre alla crescita e all’innovazione, anche internazionale, delle imprese italiane.

È partner degli Enti Locali, con finanziamenti e attività di advisory, per la realizzazione delle infrastrutture e per il miglioramento dei servizi di pubblica utilità. Inoltre, è attiva nella Cooperazione internazionale per la realizzazione di progetti nei Paesi in via di sviluppo e nei mercati emergenti. Cassa Depositi e Prestiti si finanzia con risorse interamente private, attraverso l’emissione di Buoni e Libretti postali e attraverso emissioni sul mercato finanziario nazionale e internazionale.

Faglie attive e capaci, concluso lo studio. Castelli: «Centro Italia modello di prevenzione»

«Grazie allo studio sulle Faglie Attive e Capaci, che rappresenta un primato in Italia per estensione territoriale e per la sua natura pubblica, possiamo finalmente avere una conoscenza approfondita per indicare chiaramente ai cittadini e ai Comuni dove possono ricostruire e dove invece occorre delocalizzare per motivi di sicurezza».

A dirlo il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, in riunione con i rappresentanti di Ingv, Cnr, Ispra e delle università di Camerino, Chieti, L’Aquila e Uninsubria, per fare il punto sulla conclusione degli approfondimenti che hanno riguardato le Faglie Attive e Capaci (FAC) di Norcia, Preci, Macerata, Ussita, Capitignano, Montereale, Barete, Pizzoli, Leonessa, Cittaducale, Rieti, Cantalice, Rivodutri e Ortolano di Campotosto. I risultati dello studio di approfondimento sono già disponibili ai Comuni, ma sarà comunque utile la loro divulgazione anche ai cittadini dei territori interessati, per una maggiore consapevolezza delle azioni di prevenzione messe in campo dalla Struttura commissariale.

Le FAC rappresentano una pericolosità sismica aggiuntiva, in quanto in caso di sisma possono determinare un dislocamento della superficie topografica danneggiando tutto quello che è stato costruito sopra. Il loro studio consente di individuare le zone di rispetto e le distanze minime che gli edifici devono rispettare per evitarne gli effetti. Dopo una prima fase, che ha escluso la presenza di FAC a Frontignano di Ussita e Macerata, la seconda e terza fase sono state concentrate sulle restanti località, aggiornando, laddove necessario, le microzonazioni di terzo livello.

Questo ha consentito di eliminare altre FAC e, dove presenti, di ridimensionare le aree di rispetto, dai 400 metri iniziali a 30 metri, sbloccando la ricostruzione di importanti centri abitati, dove ora si può nuova-mente programmare e ricostruire. La nuova cartografia delle aree interessate dallo studio è pubblicata sul sito della Struttura commissariale sisma 2016, consultabile a questo link https://sisma2016data.it/fa-glie-attive-e-capaci/ e i dati sono disponibili anche in formato GIS, per essere facilmente integrati con altre informazioni georeferenziate.

«Siamo consapevoli – ha proseguito Castelli – che ora dobbiamo occuparci delle criticità che sono emerse nelle zone di rispetto, in particolare a Norcia, Pizzoli e Rieti, dove gli edifici danneggiati dal sisma saranno delocalizzati in zone sicure. Come Struttura commissariale possiamo occuparci degli edifici danneggiati, in prospettiva ci dobbiamo porre il problema di come gestire quegli edifici che, pur essendo agibili, si trovano comunque in queste aree pericolose. Affrontare questa questione, che in ogni caso riguarda pochi edifici ma che meritano tutta la nostra attenzione, risulta fondamentale per progredire nella cultura generale della prevenzione».

Castelli, nel ringraziare il gruppo di lavoro, composto da oltre 100 professionisti, che ha lavorato in questi due anni, ha ribadito la necessità di «proseguire questo importante lavoro e accompagnarlo con un’ade-guata divulgazione nelle prossime settimane. Il Centro Italia si offre al Paese come un modello per le politiche di prevenzione e ricostruzione. Con il suo insieme di buone pratiche, frutto delle esperienze innovative maturate sul campo, sarà il cuore della futura legge sulle Ricostruzioni. Il terremoto, purtroppo, è una certezza. Come Struttura commissariale abbiamo il dovere di provare a modellizzare le azioni che stiamo realizzando, così che si possa onorare quell’idea dell’Italia sicura in cui le nostre comunità e tutti i cittadini che abitano in zona sismica, hanno il diritto di abitare».

Presenti all’incontro con il Commissario Castelli, Carlo Doglioni, Presidente INGV, Vincenzo Sepe, Responsabile scientifico INGV, Pier Francesco Burrato, Paolo Galli, Massimiliano Moscatelli, Paolo Boncio per la Commissione Paritetica INGV, Edoardo Peronace, CNR IGAG. Marco Tallini, UNIVAQ, Emanuela Falcucci, INGV, Emanuele Tondi, UNICAM, Valerio Comerci, ISPRA, Alessandro Michetti, UNINSUBRIA, Giuseppe Cosentino, CNR, Fawzi Doumaz, INGV.

Castelli: «Riforma su ricostruzione post emergenza assoluta priorità per l’Italia»

«La proposta del Ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare Nello Musumeci è un’assoluta priorità per l’Italia. Il nostro Paese non è nuovo a eventi sismici, che per quanto non prevedibili sono purtroppo una certezza, e i cambiamenti climatici hanno aggravato ulteriormente le fragilità dei nostri territori. Per questo la prevenzione deve diventare una politica strutturale. Anche nella ricostruzione del centro Italia, grazie a un chiaro mandato del Governo, faremo la nostra parte per ottenere massimi livelli di sicurezza sismica e idrogeologica».

Lo dichiara il Commissario alla Ricostruzione e Riparazione Guido Castelli, in merito alle parole del Ministro Musumeci sulla necessità di una nuova politica di prevenzione dei grandi rischi.

Il Ministro ha sottolineato anche la necessità di un modello unico per le ricostruzioni, con la definizione di un quadro normativo omogeneo. Castelli a tal proposito sottolinea come «sia assolutamente giunto il tempo di trarre il meglio delle esperienze maturate nelle ricostruzioni negli ultimi decenni. Dobbiamo consegnare al Paese un modello unico, ma capace di adattarsi alle peculiarità dei territori. Va regolato con lungimiranza lo snodo che collega la fase emergenziale alla ricostruzione materiale, sociale ed economica. Solo così si eviteranno gli errori e i ritardi del passato, di cui hanno fatto le spese sempre e comunque i terremotati. È impensabile che si debba ogni volta partire da zero, perdendo anni preziosi».