L’11 dicembre tutti a Cittareale: si inaugura la 12° edizione dei Mercatini di Natale

Con l’avvicinarsi delle feste natalizie Cittareale si prepara alla 12esima edizione del Mercatino di Natale: il Centro Storico del borgo che diede i natali all’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano tornerà a ospitare tra la piazza e i suoi vicoli il Mercatino, aprendo di fatto le Festività Natalizie.

Domenica 11 dicembre l’appuntamento è in Piazza Santa Maria, a partire dalle 10, per trascorrere una giornata in allegria da passare tra i banchi degli espositori tra manufatti artigianali, regali natalizi e prodotti tipici locali, immersi nella spettacolare cornice naturale della Valle Falacrina, accompagnati da musica natalizia e tradizionale.

I presenti avranno la possibilità di visitare nell’arco dell’intera giornata il Museo Civico di Cittareale, custode dei resti della villa cittarealese dove nacque nel 9 d.c. l’Imperatore romano Tito Flavio Vespasiano, oltre alla Rocca di Cittareale, avamposto militare quattrocentesco che domina a nord il borgo di Cittareale.

Tante sorprese anche per i più piccoli che potranno grazie alla presenza del Ludobus del Centro Ludico Educativo Borbona (C.L.E.B.) giocare in piazza e spedire la propria letterina a Babbo Natale.

Gli stand culinari saranno curati dalla Pro Loco di Cittareale che preparerà un tipico piatto stagionale della nostra zona, la panonta.

Per gli amanti della natura, grazie alla Onlus Laga Insieme, è in programma un’escursione sulle splendide montagne che coronano la Valle Falacrina con una vista mozzafiato sulla vallata e i monti circostanti, da concludere, al rientro, con la visita al Mercatino (per informazioni: www.lagainsieme.it).

La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale Ver Sacrum di Cittareale in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Cittareale.

L’appuntamento è per domenica 11 dicembre a Cittareale, in Piazza Santa Maria. Non mancate!

Alessandro Baricco incanta la comunità di Cittareale

Valeria Solarino e Alessandro Baricco accompagnati dal musicista Nicola Tescari non si sono risparmiati, hanno dato tutto il loro entusiasmo e tutta la loro tecnica per offrire uno spettacolo unico alla popolazione di Cittareale.

I due artisti si sono recati nelle zone colpite dal sisma per l’ultimo appuntamento delle proposte della Fondazione Romaeuropa per Emozioni nel cuore d’Italia, l’iniziativa promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Lazio che si svolge nel mese di giugno 2018 nelle aree laziali colpite dal terremoto.

Dopo lo spettacolo di Ascanio Celestini e le coreografie aeree della Compagnia Il Posto, è arrivato il grande scrittore Alessandro Baricco a portare in scena “Palamede. L’eroe cancellato” sul palco allestito sotto il tendone della Protezione civile di Cittareale.

Guerriero valoroso della guerra di Troia, Palamede non compare in nessuno dei poemi omerici. Di lui parla Euripide che lo ricorda come l’inventore dell’alfabeto greco e della scrittura, della moneta, del gioco degli scacchi, perfino di tattiche militari.

Palamede fu un intellettuale colto e raffinato, oltre che un uomo coraggioso, che ebbe la sfortuna di incrociare sul suo cammino Odisseo, anche’esso geniale ma in tutt’altro modo: più sulfureo e meno trasparente, brillante, astuto e furbo.

In Palamede. L’eroe cancellato, Alessandro Baricco ha riscritto la vicenda di uno degli eroi greci più attrattivi dell’epica classica seppur rimasto marginale alla Storia, una vittima emblematica dello scontro tra classi dirigenti politiche e intellettuali. Palamede e Odisseo incarnano lo scontro tra visioni del mondo: l’illuminismo da una parte e l’oscurantismo dall’altra; la classe dirigente progressista l’uno e quella tradizionalista l’altro.

Lo scrittore ha voluto capire, salutare la gente del posto, capire come si vive nella difficile situazione post sisma. Baricco scherza sui manicaretti che si stanno già preparando per la cena che seguirà, «capita di fare serate in posti particolari, nei paesi. Ma certo con questo odorino di cucina non mi era mai capitato».

Ha poi incontrato il sindaco e i cuochi per una foto ricordo.

La testimonianza di Flora, una voce da Cittareale tra spopolamento e speranza

«La notte del 24 agosto è stata inimmaginabile, terribile, pensavamo che i danni si fossero verificati qui a Cittareale, ma poi uscendo ci siamo accorti che qui non era successo nulla e che la casa stava bene». Inizia così il racconto della signora Flora, un’insegnante in pensione che vive a Cittareale, uno dei comuni colpiti dal terribile sisma che ha devastato il centro Italia.

«Ci siamo messi al sicuro in uno spazio all’aperto – prosegue Flora – ci siamo assicurati di stare tutti bene e poco dopo siamo venuti a conoscenza della distruzione che aveva devastato Amatrice e Accumoli, dove ho vissuto dai due ai diciotto anni; mio figlio con un gruppo di amici ha organizzato una squadra diretta ad Amatrice per prestare soccorso, sono arrivati con la macchina fin sotto l’ospedale Grifoni, poi a piedi hanno iniziato a camminare su cumoli di macerie scavando dov’era utile e possibile».

Con la tristezza e la paura negli occhi la signora Flora ha continuato a raccontarci i giorni e i mesi che si sono susseguiti al 24 agosto. Vivendo con la madre di 97 anni, non ha mai potuto lasciare la propria abitazione, trovandosi costretta a dormire vestita e seduta sul letto per paura che da un momento all’altro il terremoto tornasse a scuotere le loro vite.

«Il presente non è dei migliori, il paese ha avuto una crisi di spopolamento dovuta al sisma, chi aveva la possibilità di seconde case altrove è andato via, qualcuno torna ogni tanto per controllare la situazione, ma altri da quella notte non sono più tornati a causa della paura che non passerà mai. Le giornate sono diventate interminabili: non tanto la mattina, che con i lavori di casa passa abbastanza velocemente, ma il pomeriggio, seduti davanti alla televisione, diventa tutto più difficile, e il silenzio che c’è fuori, provoca una tristezza nell’animo».

Cittareale, pronto il Centro di Comunità

Si avvicinano ormai a un importo di quasi quattro milioni di euro gli investimenti che la Caritas ha portato avanti sotto forma di interventi nei territori dei comuni della diocesi colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016. Una spesa affrontata mediante interventi puntuali di aiuto alle persone, ma anche con una progettazione di più ampio respiro, al cuore della quale si trovano i Centri di Comunità realizzati nei punti strategici del territorio. Il prossimo 10 febbraio verrà inaugurato quello di Cittareale, ma non sarà l’ultimo

Sono tanti gli interventi realizzati sul territorio dalla Caritas in seguito agli eventi sismici iniziati nell’agosto 2016. Basti pensare ai container abitativi, consegnati lo scorso anno ai residenti tra i Monti della Laga appena in tempo per affrontare il rigido inverno, o al centro di coordinamento messo in piedi nella frazione di Santa Giusta di Amatrice poco dopo le prime tragiche scosse. Per non parlare dei piccoli e grandi interventi materiali, in fatto di cibo, vestiti, riscaldamento, del sostegno all’agricolura, all’allevamento e alle imprese, fino ad arrivare alla realizzazione dei loculi per il cimitero di Amatrice.

Ma un tassello altrettanto importante della presenza della Caritas nei territori colpiti dal terremoto è costituito dalla realizzazione dei Centri di Comunità: luoghi polifunzionali con i quali la popolazione ha potuto contrastare il pericolo di dispersione, trovare occasioni per ritessere i fili della socialità e dare spazio ai servizi più disparati, oltre che alle funzioni liturgiche.

Ne sono stati realizzati ad Amatrice, nel centro principale e nelle frazioni di Sant’Angelo, di Scai, di Lisciano; ad Accumoli e nella frazione di Grisciano; a Leonessa e nella frazione di Terzone; in località Steccato del comune di Posta. Altre strutture sono in fase di avvio o di istruttoria, come nel caso di Borbona. Il prossimo 10 febbraio, invece, si inaugura il centro appena completato a Cittareale, in località Pallottino: una struttura composta da due corpi di fabbrica, sviluppati su un solo piano. Il primo è il Centro di Comunità vero e proprio, dotato di una grande sala di 90 m2, un ufficio di 13 m2, un deposito e servizi igienici; il secondo è una foresteria con 3 camere singole, completate da un soggiorno-sala da pranzo con cucina e dal bagno. 200 m2 in tutto per andare incontro alle diverse esigenze della popolazione.

Il manufatto, fornito da Modulcasaline Parma e realizzato dalla ditta Pasqualucci di Leonessa, mette a disposizione una struttura socio-pastorale i cui ampi saloni multifunzionali, inseriti in luoghi centrali, saranno accessibili a tutti per funzionare come luoghi di unione e promozione delle attività sociali, culturali, pastorali e ricreative. La ricostruzione, infatti, non può che passare dal rafforzamento del tessuto sociale, da ottenere lavorando sui valori di solidarietà, condivisione e partecipazione.