Amatrice, al via il recupero dell’ex depuratore

Firmato il contratto di appalto per l’affidamento dei lavori relativi al recupero dell’area dismessa dell’ex depuratore. Lavori che partiranno entro il 31 marzo.

«Amatrice si segnala – ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi – come uno dei primi comuni del cratere ad aver messo a terra uno dei progetti centrali previsti dal Pnrr. Siamo estremamente felici e orgogliosi per questo iniziale passo che porterà a una virtuosa rigenerazione urbana e territoriale, in linea con le direttive della Green Economy. Quello che era un disagio ecologico, rinascerà come un’eccellenza ambientale».

«Il secondo step riguardante l’ex depuratore – ha continuato – sarà, l’uso di tale spazio pubblico per motivi didattici e per la realizzazione di un laboratorio di educazione ambientale, con progetti relativi all’acquaponica, l’idrocoltura, la piscicoltura e altre attività ittiche che contribuiranno a creare le condizioni per affiancare alla ricostruzione fisica anche la ricostruzione sociale; quello sviluppo economico senza il quale non è e non sarà possibile il ripopolamento della nostra terra».

Al via la campagna di informazione “Amatrice-report”

In vista del prossimo 24 agosto, anniversario del terremoto, ad Amatrice si terranno incontri per documentare ai cittadini e agli italiani, l’avanzamento dei cantieri pubblici e privati e le politiche mirate allo sviluppo economico del territorio. Ricostruzione e ripartenza sono le parole d’ordine della campagna. Un’“operazione-trasparenza”, frutto della collaborazione virtuosa tra istituzioni: Comune, struttura commissariale, Regione Lazio, Maxxi e altri soggetti.

«Agosto, oltre al momento del dolore e del ricordo – ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi – sarà il mese del grande report nazionale con dati, numeri e progetti per il futuro».

Inaugurando la campagna il sindaco ha scritto una lettera-aperta agli italiani e ai suoi cittadini.

 Lettera agli italiani, agli amatriciani

Ai tanti visitatori, ai giornalisti, agli esperti, ai cittadini che verranno a trovarci questa estate, in occasione dell’anniversario del terremoto, o per semplice vacanza, gita turistica, chiedo una sola cosa: alzate lo sguardo e vedrete un importante cambiamento rispetto al passato: non più solo macerie, ma cantieri attivi, gru in movimento, operai e tecnici al lavoro. Vita che riprende a pulsare.

I numeri parlano chiaro. Ricostruzione pubblica: nel centro-storico, 8 cantieri attivi. Ricostruzione privata (centro storico): 6 cantieri avviati (2 operativi e 4 approvati). Frazioni: 332 cantieri attivati.

Ad Amatrice c’è un cartello, in prossimità del primo centro commerciale, che dice “la città degli italiani”. E infatti, gli italiani dopo il terremoto che ci ha devastati, sono stati generosi, sono stati molto vicini, ci hanno abbracciato, ci hanno sommerso di aiuti, sostegni, donazioni. E per questo non finiremo mai di ringraziare tutte le istituzioni, le associazioni, il mondo del volontariato, la Protezione Civile, i cittadini, e anche gli attori, gli sportivi, gli artisti, che si sono impegnati in una grande e commovente azione concreta di solidarietà. E a questi italiani vogliamo parlare, visto che il 24 agosto si avvicina. Quel giorno sarà ancora una volta, come sempre, il giorno del ricordo, della memoria. Faremo silenzio. E sarà il nostro silenzio. Nessuno potrà togliercelo. Ma quello che non vogliamo è che quella data, si possa trasformare in un’occasione per stucchevoli passerelle e strumentalizzazioni. Noi non siamo in campagna elettorale e non dobbiamo intestarci vittorie a tutti costi, non è quello il nostro stile.

Ma prima e dopo abbiamo il dovere di parlare, raccontare il nostro lavoro, e i fatti compiuti: rendere pubblico ciò che stiamo facendo e ciò che abbiamo avviato per far rinascere, ripartire una città, la nostra, sia come cantieri, attività mirate allo sviluppo e al ripopolamento della nostra terra.

Perché Amatrice è anche e soprattutto la città degli amatriciani, la città con le sue 69 frazioni, la città di chi ha resistito, di chi c’è e di chi vorrà esserci. Per questo intendiamo far sì che torni ad essere un posto dove vivere bene, investire, mettere su famiglia. Insomma, capace di programmare il futuro. Una città all’altezza della sua bellezza, della sua storia, cultura, delle sue risorse naturali, paesaggistiche, delle sue potenzialità. Da quando ci siamo insediati abbiamo sempre avuto una stella polare, un grande obiettivo da perseguire: Amatrice da luogo del dolore a luogo della rinascita. E abbiamo sempre detto che la ricostruzione oltre a essere fisica, deve essere morale, culturale, sociale. E ciò implica un faticoso quanto fecondo, salto di qualità a 360 gradi: tradotto, vuol dire, cambio di passo. Un cambiamento che presuppone una condizione: ognuno deve fare la sua parte: amministrazione, istituzioni, cittadini, associazioni. Come stiamo facendo noi, lavorando fianco a fianco con la struttura commissariale, la regione, il Maxxi e tanti altri soggetti e associazioni. Tutti con un progetto, una strategia, un sogno condiviso.

Abbiamo varato una grande CAMPAGNA DI INFORMAZIONE, un REPORT sullo stato dell’arte della ricostruzione, dei progetti in cantiere e sugli investimenti fatti. Lo abbiamo chiamato “Amatrice-report” (hashtag #alzagliocchievediicantieri, #amatriceriparte). Con un messaggio: NON DIMENTICARE, BASTA ASPETTARE, LA RINASCITA E’ ORA. Siamo mossi da una consapevolezza, proprio in vista del 24 agosto: non bisogna mai scordare le nostre vittime, proprio per loro dobbiamo essere uniti, abbandonando sterili divisioni, i cittadini veri eroi del quotidiano che sono rimasti, hanno il diritto di sapere e di conoscere i numeri e i dati del processo ricostruttivo.

Un abbraccio a tutti, Giorgio Cortellesi sindaco di Amatrice.

Il programma delle attività di agosto. AMATRICE-REPORT

11 AGOSTO: DATI RICOSTRUZIONE REPORT LAZIO-AMATRICE e visita ai cantieri dei giornalisti;

18 AGOSTO: presentazione Rapporto 2022 del Commissario a Roma in videoconferenza;

20 AGOSTO: REPORT POPOLAZIONE A CURA DEL COMUNE: DALLA RICOSTRUZIONE ALLA RIPARTENZA. I DIECI PUNTI PER LO SVILUPPO;

23 AGOSTO: Visita ai cantieri dei giornalisti

Foto Comune di Amatrice

Graduatoria Sae, pronto il primo elenco

Il Comune di Amatrice ha reso nota la graduatoria per le nuove assegnazioni Sae.
«Si tratta unicamente di un primo step.  Non appena si libereranno le altre Sae – ha dichiarato in una nota l’amministrazione – procederemo a comunicare le nuove assegnazioni. Per noi si tratta di un importante passo in avanti. Nel segno di un metodo trasparente e oggettivo».
«È un lavoro – continua la nota – che parte da lontano e che ci ha visti impegnati nella definizione e divulgazione di un Regolamento che ha tenuto conto dell’ultima Ordinanza della Protezione Civile, quella di maggio 2021, e nello stesso tempo, ha considerato le nuove esigenze che si sono venute a creare a 6 anni dal sisma. Il tema Sae ha sempre rappresentato per la comunità amatriciana, un argomento sensibile, delicato, che abbiamo voluto iniziare a risolvere una volta per tutte».
«Una prima graduatoria – conclude la nota – di fronte alle oltre 300 istanze pervenute, ma che dimostra la bontà e la qualità del Regolamento stesso. L’obiettivo di questa amministrazione è normare, disciplinare tutte le materie che fino ad oggi non hanno avuto risposte chiare, trasparenti, capaci di tutelare e rispettare il diritto dei cittadini».

Amatrice, nuovo regolamento di assegnazione SAE

Partita la campagna promozionale di sensibilizzazione del Comune di Amatrice per promuovere il nuovo regolamento di assegnazione delle Sae, approvato nell’ultimo Consiglio comunale, e che riguarda in primis, i residenti di Amatrice, ma anche chi vuole investire su una città che ha bisogno di ripartire sul serio.
«Si tratta di un regolamento virtuoso – ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi – concepito apposta per ricreare le condizioni di una vera rinascita culturale, sociale ed economica, considerando anche lo svuotamento delle Sae in coincidenza con le 82 nuove abitazioni consegnate da poco ai cittadini. Come si evince chiaramente dalle regole che abbiamo previsto, il nostro obiettivo è il ripopolamento della nostra terra; è la programmazione del futuro, attraverso un meccanismo premiale che ha dato priorità a chi intende rinunciare al Cas, a chi lavora sul territorio (dai dipendenti pubblici agli insegnanti), a chi svolge attività commerciali, alle famiglie che hanno figli che studiano da noi, da almeno un anno; a chi ha richiesto e ottenuto il contributo per la ricostruzione privata, per stare più vicino al proprio cantiere in modo da seguire direttamente e meglio i lavori; infine, a chi ha meno di 40 anni e a chi con amici, familiari e conoscenti, intende venire ad Amatrice e radicarsi professionalmente».

Consiglio comunale, abolito il “Super-Cas”

Il Consiglio comunale di Amatrice a maggioranza ha deciso di cancellare il Super-Cas, che era nato nel 2017 come ulteriore contributo in aggiunta al Cas per coloro che, alla ricerca di una abitazione, rimanessero in affitto nel territorio, come argine allo spopolamento. La poca disponibilità allora di alloggi agibili aveva però fatto sì che solo poche famiglie potessero accedervi. Ora a distanza di tempo e in una situazione in evoluzione, si è rivelato uno strumento inutile, una pura forma di assistenza economica per pochi che occupa peraltro ingenti risorse provenienti dalle donazioni, che dovrebbero essere utilizzate per favorire la ripartenza.

«Abbiamo tutti un’esigenza comune – ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi – uscire dall’emergenza per entrare finalmente nella normalità. Basta col passato, pensiamo e guardiamo solo al futuro».

«L’emergenza – ha continuato il sindaco – ha prodotto tanti strumenti utilissimi nella prima fase, ma poi alla lunga diventati un freno alla ripartenza, alla produttività vera della nostra città. E ha creato una mentalità sbagliata che convive e si trincera troppo facilmente dietro l’assistenzialismo. Lo dico da quando mi sono insediato: l’eccesso di aiuti non aiuta Amatrice, non aiuta la nostra economica, impedisce la pianificazione e ogni strategia a lunga scadenza. I sussidi sono serviti per arginare i problemi immeditati delle famiglie del dopo-terremoto, evitando il completo spopolamento del territorio».

«Ma ora – ha concluso il sindaco – bisogna fare punto a capo. La stagione del Super-Cas è conclusa. Come Amministrazione stiamo studiando nuove soluzioni in grado di conciliare i diritti, la legalità, la ricostruzione e l’uso nuovo delle Sae che gradualmente si stanno liberando per il ritorno dei cittadini nelle loro case ricostruite (82 unità abitative appena riconsegnate)».

Filetta: gli amatriciani sono tornati a festeggiare la loro patrona

«Oggi siamo in festa ed è duplice il motivo della nostra gioia e speranza» con queste parole don Savino D’Amelio ha aperto, domenica 16 maggio, la messa in onore della Madonna della Filetta, nello stesso giorno delle celebrazioni in onore dell’Ascensione. «Gesù, che ci coinvolge nel suo ascendere al cielo, ci ha donato il manifestarsi di Maria, che ha deciso di apparire nella conca amatriciana ad un’umile pastorella nel 1642. Questo è il dono più grande che la nostra comunità possa riconoscere da parte della Madonna perché è la garanzia della sua presenza».

Il terremoto prima, e il Covid poi, hanno totalmente stravolto questa sentita ricorrenza che si festeggiava con il pellegrinaggio verso il santuario della Madonna della Filetta, accompagnato dalle voci alternate degli uomini e donne che intonavano “Evviva Maria, Maria Evviva, Evviva Maria e chi la creò”. Se lo scorso anno la messa fu uno dei primi eventi post lock-down celebrati all’aperto, quest’anno, causa maltempo, la messa si è svolta all’interno del palazzetto dello sport di Amatrice, nel rispetto delle norme anti Covid.

Il coro c’era e la cittadinanza ha risposto numerosa. A guidare la liturgia, oltre a don Savino, erano presenti anche il vicario del vescovo, don Luigi Aquilini e don Adolfo Izaguirre, parroco di Amatrice. Non potendosi svolgere la tradizionale processione, i parroci hanno fatto sfilare la reliquia tra i fedeli cosicché ognuno, a distanza, potesse rivolgere la sua preghiera personale alla Madonna.

«Maria si è manifestata alla pastorella Chiarina Valente nell’umile segno di un cammeo, illuminato da un raggio di sole dopo un temporale. Questa è la dimostrazione che Dio non fa le cose per caso – ha detto don Savino durante l’omelia – ma ogni cosa ha un suo senso e sta a noi saper cogliere i segni che Egli pone nella nostra vita».

Rivelandosi come luce dopo la tempesta, Maria si configura quindi come la speranza che nasce dai momenti di difficoltà che, nel caso di questo territorio, possono ricollegarsi sia al sisma che alla pandemia. «Questi, non sono un castigo di Dio, perché Dio è buono sono, piuttosto, un richiamo a riflettere sul senso della nostra vita».

La celebrazione si è conclusa con il reliquiario che sfilava tra i fedeli scortato con cura don Savino, accompagnato dai canti tradizionali. Nei giorni precedenti però, don Adolfo, seppur con le limitazioni del caso, ha voluto mantenere vivo il rituale, esibendo la Madonna tra le diverse frazioni e aree Sae.

“Ricostruire Persone”: voucher sociali e buoni spesa dai Servizi Sociali di Amatrice

Il lavoro accanto ai soggetti più fragili in questo preciso momento storico e sul territorio già colpito dal terremoto è senza dubbio un’urgenza da gestire. Il Servizio sociale del comune di Amatrice ha ideato il progetto “Ricostruire Persone”, con la convinzione che la ricostruzione degli edifici necessiti di essere accompagnata da una ricostruzione del tessuto sociale.

Il progetto con durata annuale, realizzato dal Servizio Sociale del comune di Amatrice grazie al contributo degli Istituti di Santa Maria in Aquiro, prevede l’erogazione di 30 voucher sociali e 30 assegnazioni di buoni spesa per nuclei seguiti dall’ufficio dei Servizi Sociali, previa stesura di progetti personalizzati di intervento realizzati attraverso una valutazione multidimensionale delle assistenti sociali.

Amatrice: firmata convezione con Enel Produzione per gestione e valorizzazione del Lago Scandarello

È stata firmata ieri una convezione tra Enel Produzione e il Comune di Amatrice per la valorizzazione del Lago Scandarello. Dopo più di un anno di trattative, infatti, si è raggiunto un accordo che consentirà al Comune di Amatrice la gestione e il rilancio turistico e per finalità sportive del bacino idrico artificiale posizionato a pochi chilometri dalla città.

Il lago rappresenta una importante occasione di sviluppo per l’intero comprensorio: dopo le distruzioni del terremoto, che hanno privato Amatrice di molti dei suoi beni artistici, la natura offre un ottimo spunto per ripartire.

L’accordo, della durata di quattro anni, rinnovabile per ulteriori quattro, consentirà uno sviluppo dell’area sia nell’ambito turistico con la creazione di percorsi escursionistici tracciati da apposita cartellonistica, sia in quello sportivo: saranno infatti possibili corsi di Canoa, Kayak, vela, kitesurf e similari.

In collaborazione con le associazioni locali verrà sviluppato anche il settore della pesca sportiva mediante la realizzazione di piazzole per i pescatori, con l’intento di creare un circolo virtuoso che permetta la pulizia e il ripopolamento ittico dell’invaso.

Si apre quindi un ventaglio di possibilità di rilancio del bacino, che ne permetterà una fruizione a 360° per residenti e turisti.

La definizione dell’accordo è passata dal un complicato lavoro eseguito dal Comune di Amatrice: sono state identificate tutte le particelle catastali relative alle proprietà Enel Produzione e quindi si è proceduto con l’individuare i punti di massimo invaso che è stato tracciato mediante l’installazione di 262 picchetti. Massima la collaborazione di Enel Produzione che nella figura dell’Ing. Angelo Guastadisegni ha permesso il perfezionamento di questo storico accordo.

«Ce l’abbiamo fatta. Ieri è stata firmata la convenzione tra Comune e Enel per la gestione del lago Scandarello», ha dichiarato il consigliere Comunale di Amatrice Alessandro di Marco, che si è occupato di tutto l’iter. «Di gran lunga il compito più arduo che ho portato a termine. Mi rendo conto del perché fino ad oggi nessuno ci era mai riuscito. Questo è uno di quei sogni che avevo nel cassetto, perseveranza e determinazione hanno fatto sì che si realizzasse. Tanti incontri, molto confronti, delusioni e sconforto non hanno frenato la nostra volontà, quella di cominciare a valorizzare a fini turistici e ricreativi le nostre bellissime risorse naturali. Spero che questo accordo possa essere un segnale per tutti disfattisti e possa essere un invito alla tenacia e alla resilienza».

Nato dallo sbarramento del Rio Scandarello con una diga realizzata nel 1924, l’omonimo lago sorge alle porte di Amatrice ad 868 m. s.l.m.
La superficie del bacino è di 48.5 ettari con una profondità media di 30 m e con il punto più profondo (nel lato della diga) con massimo invaso di circa 55m. E’ il terzo lago artificiale per dimensioni della Provincia di Rieti.
Nel 1944 la diga venne minata dalle truppe naziste in fuga, ma, grazie al coraggio di 27 Partigiani (per lo più amatriciani) i 56 quintali di esplosivo vennero rimossi evitando un’immane tragedia lungo la valle del Tronto.

Riconsegnate le campane a Nommisci, un segnale di speranza in un momento difficile

Tornano le campane a Nommisci! La frazione amatriciana è infatti la prima in cui risuonerà il rintocco delle campane originali della chiesa di san Pietro Apostolo, riconsegnate ufficialmente il 18 dicembre. Dopo gli interventi definitivi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria effettuati sul tetto della chiesa e nella sacrestia insieme al consolidamento della vela campanaria e di porzioni di muratura, i lavori, coordinati dall’ufficio Beni Culturali della diocesi di Rieti, sono ormai in dirittura di arrivo.

Quando ha visto le campane, Franco Gentile, memoria storica del paese, le ha salutate con un «ehy!», rivolgendo loro uno sguardo carico di affetto, come se stesse parlando ad un vecchio amico. «Le vogliamo montare oggi? Certo, bisogna rimettere le corde… e i buchi per farle passare? Appena saranno fissate, ci facciamo una bella suonata!».

Franco non riesce a trattenere l’entusiasmo, lui che da quando vi e nato, nel 1958, da questo paese non se n’è mai andato. E c’era anche il giorno in cui le campane sono state tolte, un giorno che ricorda bene perché era come se «stessero portando via una parte di questo luogo». Ora che le promesse sono state mantenute e che la chiesa di san Pietro Apostolo sarà la prima a risuonare in tutto il comune, Franco è ottimista: «questo è un segno di speranza, finalmente si ricomincia a ripartire».

Le campane, si sa, fungono da sentinella e scandiscono le ore della giornate. In questa frazione rintoccano a festa il giorno di sant’Anna che viene, però, celebrata la settimana successiva, per permettere a tutti di far ritorno al paese di origine godendo delle vacanze estive. Nonostante a Nommisci vivano durante l’anno 20 persone, questo è davvero un segnale di speranza, soprattutto in un momento in cui si sta vivendo una doppia emergenza, quella del sisma e quella della pandemia.

E lo sa bene Franco che ha anche le chiavi della chiesa perché, proprio come suo nonno e suo figlio, ha il compito di suonare le campane. «Nei tempi passati non c’erano i telefoni e le campane avevano il compito di avvisare i paesi vicini nei momenti di festa e in quelli più tristi». Senza dubbio, lui sarà il primo a provale e a verificare che abbiano ancora lo stesso suono di sempre, con l’augurio che si possa tornare a festeggiare tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.

Il CAI per la rinascita

Escursioni lungo il rinnovato Sentiero Italia CAI, tra Leonessa, Cittareale e Amatrice l’11 e il 12 maggio alle quali hanno partecipato circa 200 persone da tutto il Centro d’Italia. Ha preso parte alla manifestazione anche il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti che ha ribadito la solidarietà concreta e la vicinanza affettiva del Club Alpino Italiano alle popolazioni colpite dal sisma ora che i riflettori mediatici si sono spenti. Si è sottolineato quanto sia importante oggi proporre la frequentazione sostenibile, interessata, intelligente e rispettosa del territorio montano come modo per rilanciare territori messi a dura prova dagli eventi naturali. «E’ stato questo il significato della due giorni laziale del Cammina Italia CAI 2019, la staffetta non continuativa che sta coinvolgendo tutte le regioni italiane per promuovere il rinnovato Sentiero Italia CAI», si legge nel comunicato ufficiale. Nonostante le scoraggianti previsioni meteo, questi due giorni tra le terre mutate e dentro un paesaggio magnifico di verdi intensi ha coinvolto tanti camminatori che hanno apprezzato il sentiero, i panorami paesaggistici, la natura, i borghi, l’accoglienza, i sapori eno-gastronomici. Il SI (acronimo di Sentiero Italia) cos’è? Il Sentiero più lungo del mondo, é l’infrastruttura leggera che consente di scoprire a passo lento, senza soluzioni di continuità, le tante culture delle montagne italiane, è un cammino che simbolicamente unisce mentre in Italia la realtà sociale è sempre meno coesa, è un progetto che va coltivato per contrastare lo spopolamento e rilanciare l’economia di molte aree montane dell’arco alpino e della dorsale appenninica. Il Cammino di Santiago traccia il record di oltre 156.000 pellegrini e camminatori in tre mesi (statistica estate 2018), ma il cammino del SI, molto più vario, potrebbe superarlo se frequentato a più tappe, a distanza di mesi e a più riprese, pianificandolo con gusto dell’avventura e con curiosità.

L’11 maggio i camminatori, radunati prima a Leonessa, sono partiti dalla Frazione di S. Vito dove l’Università Agraria ha preparato un ottimo rinfresco per tutti in piazza. Hanno percorso il sentiero per 14 chilometri fino a Cittareale dove si è svolto un partecipato ed interessante convegno nella struttura messa a disposizione dal sindaco. I trekker hanno cenato e dormito a Cittareale per ripartire il giorno dopo, il 12 maggio, per Amatrice, lungo un sentiero più lungo che a causa delle avverse condizioni meteo è stato percorso solo per metà ma ha reso tutti soddisfatti per la bellezza e varietà degli ambienti attraversati. I partecipanti hanno poi fatto visita al cantiere della Casa della Montagna e in 120 hanno gustato un’ottima amatriciana sul posto. Che in questi contesti ha un altro sapore aggiunto: quello delle emozioni.

«Arrivare a piedi ad Amatrice lungo il Sentiero Italia CAI in un momento in cui sta prendendo vita, e ormai è quasi terminata, la Casa della Montagna, nella quale abbiamo creduto immediatamente dopo il terremoto insieme agli amici di Anpas, è un’occasione straordinaria», ha affermato il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti durante il sopralluogo nel cantiere. «Con questi progetti vogliamo portare entusiasmo e fiducia in persone che qui vivono e qui devono restare. Questa casa e questo sentiero che devono diventare il punto di riferimento di tutti coloro che vogliono tornare alla scoperta di un territorio bellissimo, non solo per le sue montagne, ma anche per ambiente, popolazioni, culture e storia. Dobbiamo dire grazie al coraggio delle popolazioni locali che ci permettono di credere che insieme si possa realizzare qualcosa di grande, che possa essere trasmesso alle generazioni future».

La delegazione CAI che ha fatto visita al cantiere era composta, tra gli altri, dal Presidente del CAI Lazio Amedeo Parente, dal suo predecessore Fabio Desideri, dal Presidente della Sezione di Amatrice Franco Tanzi, dal Consigliere centrale Eugenio Di Marzio e da Paolo Demofonte del CAI Amatrice. La Casa della Montagna potrà rappresentare, hanno ricordato tutti, un importante punto di passaggio del Sentiero Italia CAI, un luogo di ritrovo per tutti coloro che amano la montagna e vogliono viverla, un luogo di formazione e un centro polivalente per i suoi frequentatori. E si è annunciato che proprio nella Casa della Montagna l’inaugurazione sarà un evento unico, con una mostra del grandissimo alpinista Riccardo Cassin amico di Walter Bonatti, in collaborazione con la Fondazione Cassin. Alla manifestazione di Cittareale era presente da Lecco il figlio Guido.

La due giorni è iniziata ieri a Leonessa, con il passaggio del diario che funge da testimone da parte del Presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone (regione dove si sono tenute le escursioni del Cammina Italia CAI 2019 una settimana fa) al Presidente del CAI Lazio Amedeo Parente. Al termine dell’escursione, a Cittareale, si è tenuto un momento istituzionale, nel corso del quale il Sindaco Francesco Nelli ha ricordato che «le nostre bellezze naturalistiche sono un vero scrigno e il CAI rappresenta quel turismo sano che vogliano nelle nostre montagne. Possiamo ripartire se valorizziamo le nostre montagne. Continuate a starci vicino per promuovere il nostro territorio».

Concetti ribaditi da tutti gli intervenuti, anche dal giornalista Stefano Ardito che è stato uno degli ideatori del Sentiero Italia negli anni ’80 e che ha rilanciato lo stimolo all’impegno: «grazie ad eventi come questo e alle iniziative culturali noi giornalisti riusciamo a ottenere spazio per parlare delle terre alte del cratere sismico, della loro frequentazione e della loro rinascita». Il referente dell’attuale progetto sul Sentiero Italia CAI Alessandro Geri e gli altri intervenuti hanno sottolineato la necessità di dare un seguito alla risistemazione e rilancio del sentiero, attraverso i programmi escursionistici delle oltre 500 Sezioni CAI italiane (che potrebbero organizzare ogni anno un’escursione su un tratto del Sentiero Italia CAI di un’altra regione) e il coinvolgimento delle scuole dei circa 360 Comuni toccati dal grande itinerario. La convergenza di programmi farà la differenza di un turismo green, non massificante. Il SI é il tracciato escursionistico del Bel Paese che collega per oltre 6000 km tutte le regioni italiane: per un’esperienza lenta da vivere, da scoprire, da raccontare fuori dai luoghi comuni

di Ines Millesimi