Vincolato il complesso del Don Minozzi di Amatrice

È stato pubblicato il decreto, a firma del Segretario Regionale Leonardo Nardella, che vincola la chiesa di Santa Maria Assunta e pone altresì un vincolo di tipo indiretto sull’intera area del complesso del “Don Minozzi” di Amatrice.

Il vincolo è stato fortemente voluto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti per contemperare le istanze e le urgenze della ricostruzione con la salvaguardia di un sito di estremo interesse per la popolazione amatriciana. Purtroppo, a seguito delle scosse sismiche del 2016, gli edifici che componevano il complesso “Don Minozzi” sono stati fortemente danneggiati, al punto che qualunque tentativo di restauro e consolidamento avrebbe portato al concreto rischio di interventi tanto invasivi da snaturare e falsificare il senso spaziale e costruttivo originario.

L’assunto fondamentale è che non sono tanto gli edifici nella loro materialità il bene più prezioso da salvaguardare, quanto la visione sociale dei fondatori dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia – il senso di comunità, il lavoro, la formazione, l’accoglienza – che ha informato il piano generale di Arnaldo Foschini. Su questa base la Soprintendenza ha inteso elaborare un vincolo entro cui è possibile agire per tutelare quella visione e la sua conseguente esplicitazione spaziale.

Facendo fulcro sulla chiesa di Santa Maria Assunta, lo studio Stefano Boeri Architetti (incaricati dall’ONPMI) si muoverà dunque entro l’alveo di prescrizioni pensate per ripristinare un luogo che è il simbolo fisico della tenacia nel tentare di (ri)costruire, dopotutto, un modello di vita sostenibile, non solo da parte di Padre Minozzi e Padre Semeria, ma della città di Amatrice tutta.

Ancelle del Signore e Discepoli di Don Minozzi: presenze preziose nell’area del terremoto

Nel giorno della festa dell’Assunta, durante la Messa presieduta dal vescovo Domenico nella chiesa provvisoria di Sant’Agostino, le suore Ancelle del Signore Margherita, Feliciana, Maria e Giuseppina hanno rinnovato i propri voti di castità, povertà e obbedienza.

«Quattro donne di diversa generazione – ha sottolineato il vescovo – che hanno voluto confermare il loro impegno a voler essere generative, come abbiamo potuto constatare qui ad Amatrice». La loro presenza «costituisce per tutto il territorio un riferimento vitale, presso il quale è sempre possibile trovare una porta aperta». La porta è ovviamente quella dei moduli abitativi realizzati dalla Caritas dopo il terremoto, avendo le scosse distrutto la sede originale delle suore. Una residenza posta di fianco al Centro di Comunità dalla quale le Ancelle condividono la condizione, il dolore e le fatiche della popolazione, ma anche la speranza e la prospettiva della ricostruzione.

Insieme, ovviamente, ai sacerdoti che si sono succeduti in questi anni. Altrettanto preziosa è infatti la presenza del ramo maschile della famiglia dei discepoli fondata da padre Giovanni Minozzi, al quale è affidata la cura pastorale della comunità di Amatrice.

Un valore sottolineato anche da due messaggi datati il 15 agosto e inviati da papa Francesco e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del centenario dell’Opera fondata da padre Minozzi con padre Giovanni Semeria.

I testi, stampati e condivisi con i presenti al termine della Messa, sono trascritti di seguito.

Reverendo signore don Michele Ciliberti
Pres. Opera Naz. Per Mezzogiorno d’Italia

In occasione delle celebrazioni per il 100° Anniversario di Fondazione dell’opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, il Sommo Pontefice, spiritualmente presente, rivolge il suo Cordiale pensiero, esprimendo vivo compiacimento per il traguardo raggiunto ed auspica che la provvida Opera, suscitata dal cuore dei Servi di Dio padre Giovanni Minozzi e padre Giovanni Semeria, continui a
portare rigogliosi e maturi frutti di carità e solidarietà, seguendo le testimonianze di fede e gli insegnamenti dei fondatori, suscitando anche nel tempo presente, una dinamica rete di forze e di iniziative tese alla promozione umana e cristiana di quanti vivono situazioni di disagio e di fatica, soprattutto tra le giovani generazioni.
Papa Francesco assicura il suo particolare ricordo nella preghiera affinché, sotto lo sguardo materno della Vergine Maria Assunta in Cielo, possa ancora risplendere la fiaccola del carisma di Fondazione, come inestimabile dono dello spirito. Con tali sentimenti, Sua Santità di cuore imparte a lei, ai discepoli e alle Suore Ancelle del Signore, come pure all’intera opera e a tutti i presenti l’implorata benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 15 agosto 2020
Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità

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Messaggio per il centenario dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia

15 agosto 2020

L’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia compie cento anni, e la ricorrenza è ragione di orgoglio per quanti oggi proseguono le attività benefiche e di solidarietà avviate dai fondatori. E’ anche motivo di gratitudine da parte dell’intera nostra società, che nel tempo si è giovata dell’impegno generoso volto all’assistenza, al conforto e all’integrazione di tanti giovani e di tante persone svantaggiate e in difficoltà.
La straordinaria azione di carità in favore degli orfani di guerra, promossa da padre Giovanni Semeria e da padre Giovanni Minozzi all’indomani del primo conflitto mondiale, cominciò ad Amatrice. Nel corso degli anni tante ragazze e tanti ragazzi, soprattutto del Meridione, dopo essere rimasti soli, hanno trovato attenzione e cura grazie ai volontari e all’organizzazione dell’ONPMI. Nelle strutture messe loro a disposizione hanno potuto frequentare la scuola e acquisire la formazione necessaria per entrare nel mondo del lavoro.
La benemerita attività dell’ONPMI si è ampliata indirizzandosi anche a favore di anziani, di rifugiati, di persone povere e bisognose.
Il centenario di questa storia è un’occasione di riflessione e di gioia per tutti coloro che, con passione, tengono vive le case di riposo, i centri giovanili, le case di accoglienza e i tanti luoghi formazione aperti ai giovani. Ad essi va rivolto l’augurio che l’Opera continui a contribuire alla vita del Paese nel segno di una solidarietà che contrasta vecchie e nuove marginalità e che genera coesione.

Sergio Mattarella