Non avere paura di stonare, | non le pop-star, le campane suonano per secoli!
Citando un verso della canzone “Migliora la Tua Memoria con un Click” di Caparezza con Max Gazzé, padre Carmelo ha espresso il suo entusiasmo per la recente costruzione del campanile antisismico presso l’aula liturgica del centro di comunità della parrocchia Santi Pietro e Lorenzo di Accumoli.
«Le campane sono il simbolo dell’eternità nei nostri villaggi: indicano una presenza, una voce o un battito che va lontano. Queste campane sono arrivate per grazia di Dio qui ad Accumoli e tante persone si sono mosse affinché gli abitanti potessero avere di nuovo un forte punto di riferimento», ha commentato il frate.
Il progetto, promosso da Caritas Italiana, ha infatti coinvolto sia la giunta comunale di Accumoli che la Diocesi di Rieti.
«Sapete chi è il vescovo?». «Il vescovo è quello che fa suonare le campane!» Carmelo, ricordando questo dialogo avvenuto tra il vescovo di Molfetta, monsignor Antonio Bello, e un bambino della comunità, ha sottolineato la continua presenza di don Domenico nelle aree colpite dal sisma. «Un vescovo che fa suonare le campane»: così lo ha definito, mettendo in risalto l’impegno profuso nel reperire la campana quando la struttura portante era ormai stata installata.
La notte della scorsa vigilia di Natale, dopo tanto tempo, gli abitanti di Accumoli sono finalmente tornati ad ascoltare i rintocchi delle campane. «Durante la Messa ho visto molte persone commuoversi. Al momento del Gloria, abbiamo chiesto a fra Mimmo di uscire a suonare la campana per festeggiare insieme, ed è stato un bellissimo momento: il richiamo a ricominciare abbandonando la paura».
«Anche se il campanile è stato costruito dopo la nota stonata del terremoto – ha continuato fra Carmelo – quella nota stonata ora fa parte della nostra vita e noi dobbiamo narrarla. Il racconto del nostro ricominciare è la storia di una nuova possibilità. La nostra vita non è fatta per gettare la spugna, al contrario, è fatta per andare avanti, secondo il valore della Resurrezione: Accumoli non potrà tornare come era prima, ma risorgerà in un modo nuovo».
La campana è quindi un segno di rinascita, «una nota che rende più bella l’armonia della vita». D’altronde, il terremoto, come la morte, ha livellato tutti sullo stesso piano e, per questo, è importante che si ricominci tutti insieme.
«La campana – ha concluso fra Carmelo – è un altro modo per lodare il Signore, un minareto lanciato nel cielo che ci indica che siamo fatti per la vita e la Risurrezione e che la morte non avrà l’ultima parola: siamo noi la forza che dà speranza al nostro presente e ai nostri progetti futuri».